Ospedale Casoli. Chiusura notturna Punto primo intervento: sindaci pronti alle barricate

"Pronti alle barricate": così recita il documento che il sindaco di Casoli, Massimo Tiberini, ha mandato alla Asl.

E’ un cielo sempre più nero quello della sanità abruzzese, soprattutto nella provincia di Chieti, e mentre continuano le proteste, legittime, sulla mancata riapertura del reparto di Rianimazione all’ospedale "Renzetti" di Lanciano (Ch), un altro serio problema viene denunciato a chiare lettere dal primo cittadino di Casoli, che è pronto insieme agli altri sindaci del Sangro - Aventino a dare battaglia per impedire l’annunciata chiusura, nelle ore notturne,  del Punto di Primo intervento (Pip) dell'ex ospedale.

Tiberini ha inviato, sulla questione, una dura diffida al direttore generale dell’Asl Lanciano Vasto Chieti, Tommaso Schael, al presidente della Regione, Marco Marsilio; all’assessore alla Sanità, Nicoletta Verì; al prefetto della provincia di Chieti, Gaetano Cupello; a tutti i consiglieri regionali e al presidente della V Commissione (Salute, sicurezza sociale, cultura, formazione e lavoro) Paolo Gatti.

Una opposizione ferma e determinata da parte del sindaco che non intende retrocedere di un passo rispetto al percorso che con i colleghi si appresta a intraprendere se dovesse passare quella che considera “una scelta scellerata che non tiene in nessun conto la salute dei cittadini, né il rispetto della Costituzione”. E chiede “un riesame immediato della decisione e la revoca della chiusura notturna, affinché il Ppi continui a garantire un servizio sanitario fondamentale per Casoli e i comuni limitrofi”.

Chiede inoltre un chiarimento pubblico perché la popolazione deve essere informata e quindi Schael, Marsilio e Verì, sono chiamati a spiegare le ragioni di una simile decisione che penalizza un territorio, la Val di Sangro e soprattutto l’Aventino che già fa i conti con una serie di difficoltà e che potrebbe essere esposto, con la chiusura notturna del Pronto intervento, a rischi enormi rispetto a salute e sicurezza. "Ogni minuto conta in emergenza medica – scrive Massimo Tiberini - e ritardare l’accesso ai soccorsi potrebbe costare vite umane. Inoltre la popolazione ha già dimostrato quanto questo servizio sia vitale, raccogliendo oltre 3mila firme contro questa chiusura, i cittadini vogliono mantenere un servizio sanitario h 24. Ignorare queste richieste significa mettere a rischio la salute di tutta la comunità, soprattutto nelle zone più isolate e con meno servizi. Molti operatori sanitari inoltre hanno sollevato forti dubbi sul nuovo piano: i medici di continuità assistenziale non hanno le competenze, né il supporto per gestire emergenze critiche, soprattutto quando il personale del 118 è già impegnato altrove. Questo non solo espone i pazienti a rischi, ma anche gli stessi operatori a enormi responsabilità medico-legali".

Il primo cittadino puntualizza inoltre quanto “il Ppi sia stato fondamentale per Casoli e i comuni vicini come Altino , Gessopalena, Torricella, Civitella, e tanti altri. Personalmente so cosa significa avere un servizio rapido e pronto a intervenire in caso di urgenza. Ridurre questo servizio significherebbe allungare i tempi di intervento con tutte le conseguenze che ne derivano. E’ assurdo pensare che si possa “risparmiare” sulla salute soprattutto quando il risparmio potrebbe essere annullato dai costi aggiuntivi del 118".

La situazione è delicata, lo scenario che si profila non è affatto confortante e Tiberini e gli altri sindaci sono determinati a lottare per scongiurare "che accada il peggio". Non intendono subire decisioni ritenute deleterie. Un punto che rappresenta la possibilità concreta di poter contare su un intervento rapido e tempestivo anche se ci si sente male di notte. E se chiudesse? "Ogni conseguenza negativa sulla salute della popolazione sarà vostra responsabilità", chiude lapidario Tiberini, che, intanto, ha presentato ricorso al Tar. 24 ott. 2024

PINA DE FELICE

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