Quattro pazienti sono stati dimessi nelle ultime ventiquattro ore dalla clinica di Malattie infettive dell’ospedale di Chieti.
Ieri sono tornati a casa due uomini di 50 anni di età, trattati con il Tocilizumab, che contiene molecole già impiegate nella cura dell’artrite reumatoide. Nei giorni scorsi un altro paziente aveva potuto lasciare il reparto proprio grazie all’uso di questo farmaco. Altre due persone sono state dimesse oggi: una signora di 62 anni e un uomo di 87 anni, trattati con Idrossiclorochina, indicata nel trattamento dell’artrite reumatoide, e con il Lopinavir, già utilizzato nelle infezioni da Hiv.
"La nostra esperienza, per quanto limitata, conferma quanto presente in letteratura - spiega il responsabile della clinica, Jacopo Vecchiet, ordinario di Malattie infettive all’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara - appare ormai evidente che l’inizio della terapia in fasi precoci evita la progressione della malattia che può anche portare a forme gravissime di insufficienza respiratoria. I due pazienti dimessi ieri, ad esempio, uno dei quali era in condizioni particolarmente compromesse al punto da essere stato trattato per alcuni giorni con la ventilazione assistita, sono arrivati in ospedale nelle prime fasi della malattia: abbiamo potuto somministrare il Tocilizumab al momento giusto, con il risultato di una maggiore efficacia del trattamento".
Sono 14 oggi i malati in cura nel reparto di Malattie infettive del "Santissima Annunziata": i posti lasciati liberi sono stati subito occupati da nuovi pazienti. Altri 20 si trovano in Terapia intensiva, 14 nella Pneumologia subintensiva, 3 nella Cardiologia subintensiva e 105 a Medicina, per un totale di 156 pazienti ricoverati nell’area Covid dell’ospedale di Chieti. Una settimana fa, il 25 marzo, erano in tutto 119.
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