"In diversi studi medici è apparso un cartello che recita quanto segue: “Dal 1° luglio, per disposizione del direttore generale della Asl, per il piano di rientro del debito, non sarà più possibile prescrivere con la mutua farmaci per lo stomaco, vitamina D e antinfiammatori, che saranno quindi a pagamento fino a nuove disposizioni". Questa direttiva penalizza duramente i cittadini, imponendo costi su farmaci di largo consumo e che per molte persone sono essenziali per la gestione quotidiana della propria salute. E' inaccettabile che si arrivi a tali estremi, colpendo economicamente i più deboli".
La denuncia arriva dal consigliere regionale Vincenzo Menna, secondo cui in una recente conferenza stampa a Lanciano (Ch), il direttore Thomas Schael, ha dimostrato "disinteresse e disinformazione" dichiarando che nella sua azienda, la Asl Lanciano Vasto Chieti, non esiste alcun problema di carenza di farmaci. Eppure, - rimarca Menna - i fatti dimostrano l'esatto contrario". (SULL'ARGOMENTO LEGGI ANCHE)
Sono troppi gli ostacoli che incontrano i cittadini nel reperire medicinali. "Una paziente con sclerosi multipla - sottolinea Menna - ci ha raccontato le difficoltà incontrate per ottenere un farmaco salvavita presso l’ospedale "San Pio" di Vasto. Questa donna, a causa di un recente cambio del medicinale – non comunicato preventivamente – si è trovata di fronte a ritardi e a una disponibilità estremamente limitata. E non è un caso isolato: diversi pazienti sono stati rimandati a casa o hanno ricevuto dosi parziali, insufficienti per l'intero mese. Sospendere una terapia che prevede iniezioni a giorni alterni può avere conseguenze gravissime sulla salute di questi pazienti. Nonostante alla fine questa paziente sia riuscita a ritirare il farmaco, resta l’assurdità di dover fare riferimento esclusivamente alla farmacia ospedaliera, con orari limitati e difficoltà di accesso. E' lecito chiedersi perché non sia possibile delegare anche le farmacie private per il ritiro di questi medicinali essenziali".
E poi la questione liste di attesa infinite. "Una persona con un’impegnativa urgente per una visita al Centro dislipidemia, con priorità entro 10 giorni, si è trovata a ricevere, il 16 ottobre scorso, una prenotazione al Cup per il 30 aprile 2025 – ben sei mesi di attesa per una prestazione ritenuta prioritaria. Solo prenotando, il giorno successivo in modalità online, gli è stato proposto dall'operatore la visita in intramoenia, e pagando 152 euro, avrebbe ottenuto un appuntamento entro tempi ragionevoli, precisamente l’11 novembre. Questo non è un servizio sanitario: è una negazione del diritto alla salute e una pressione inaccettabile verso il sistema a pagamento". 14 nov. 2024
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