I padri passionisti festeggiano settant’anni di presenza nell’abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia (Ch).
Un traguardo importante per i religiosi che portano avanti attività ecclesiali di interesse per la comunità e per i pellegrini. La loro storia, nel suggestivo monastero, inizia il 15 novembre 1954. Dopo insistenti inviti dell’allora vescovo di Chieti, monsignor Giuseppe Venturi e del suo successore, monsignor Giovanni Battista Bosio, arriva in abbazia il primo passionista, padre Ilario Anitori, che prese possesso dell’antico monastero abbandonato a se stesso per ben settantacinque lunghissimi anni.
Prima dei Passionisti il cenobio fu governato dai padri Filippini, che lasciarono il complesso abbaziale nel lontano 1880. Il religioso proveniva dal santuario di san Gabriele dell’Addolorata. Appena varcata la soglia dell’antica basilica padre Ilario non trovò nulla, solo una grande desolazione, tant’è che all’inizio fu ospitato dalle suore passioniste presenti a Fossacesia dal 1914. Anche la popolazione diede un grande aiuto al frate pioniere fornendogli le cose più urgenti e necessarie. In un breve arco di tempo il religioso si trasferì finalmente in abbazia accogliendo altri confratelli.
Nel corso degli anni i Passionisti ricostruirono l’antico convento distrutto dai bombardamenti aerei durante la Seconda Guerra Mondiale. A padre Ilario Anitori si avvicendarono altri superiori passionisti, tra questi Silvano Romualdi, Amedeo Di Croce, Fausto Vergari, Giovanni Maria Lanci, Gaetano Marrone, Gaetano Di Giampietro, Emilio Di Buonaventura, Camillo Di Filippo, Bruno Rivellino, Giorgio Giamberardini, Bruno De Luca, Pierluigi Di Eugenio e Marcello Pallotta, quest’ultimo tutt’oggi priore dell’abbazia.
L’anniversario è stato festeggiato in convento alla presenza dei religiosi, delle autorità cittadine, del coro dell’abbazia e del comitato festeggiamenti per san Giovanni Battista. 01 lug. 2024
VITO SBROCCHI
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