Nuovi rincari in arrivo nelle bollette dell'acqua da parte della società Sasi. Ad annunciarlo sono i consiglieri di minoranza dei gruppo Nuova Lanciano (Paolo Bomba e Angelo Palmieri) e Lanciano al centro (Gabriele Di Bucchianico), preoccupati per le sorti dei cittadini di 92 comuni soci.
“Qualche giorno fa – spiegano i consiglieri di Nl e Lac – ci siamo imbattuti in una comunicazione effettuata dalla Sasi e pubblicata, in maniera non del tutto evidente, sul sito della spa. Il contenuto è preoccupante: l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha previsto una modifica delle tariffe che saranno calcolate, per l’uso domestico, non più in base al consumo effettivo, ma per numero di componenti del nucleo famigliare. Le tariffe saranno calcolate moltiplicando per ciascun componente della famiglia il quantitativo minimo di acqua per soddisfare i bisogni essenziali, stabilito in 20 metri cubi annui. La Sasi (a partire dalla fase di avvio delle nuove tariffe e fino al 2022) considererà un nucleo famigliare standard di tre persone. L’utente potrà tuttavia dichiarare gli effettivi componenti della sua famiglia compilando un modulo di autocertificazione. Le nuove tariffe saranno immediatamente applicabili. Unica concessione per i cittadini è che, in caso di incrementi di oltre il 50% rispetto a quanto pagato in media negli ultimi 12 mesi dovuti all’applicazione dei conguagli 2018 e 2019, si può prevedere una rateizzazione degli importi”.
“Una situazione che, oltre che preoccupante, è paradossale – denunciano i consiglieri di minoranza di Lanciano –: la Sasi ha ancora bisogno di soldi. Ad autorizzare l’aumento delle tariffe in Regione è difatti l’Ersi (Ente regionale servizio idrico) sulla scorta dell’analisi dei numeri di bilancio della Sasi. Ma quanto ci costa questa società? Solo nel lancianese contiamo tre sedi, di cui una acquistata e due in affitto; ci risulta, inoltre, che l’ente si è dotato di un software gestionale preso in affitto costa circa 200mila euro l’anno; non si contano le spese per consulenze e le assunzioni, queste ultime per la maggior parte impiegatizie, forse, sarebbe stato più utile avere un maggior numero operai addetti alle manutenzioni delle reti; l’ente si è dotato di un direttore generale il cui impegno costa 120 mila euro l’anno”.
“A questo – fanno notare Bomba, Palmieri e Di Bucchianico - si aggiungono i cronici problemi riguardo la vetustà e carenza delle infrastrutture che questa estate hanno messo in ginocchio il vastese e numerosi comuni del Sangro Aventino, da Altino a Casoli, Paglieta, Atessa. Alcune domande sorgono spontanee: quali sono gli investimenti programmati per risolvere questi problemi e per limitare al minimo i disagi per i cittadini? Manifestiamo infine un’ultima perplessità. Una società che dovrebbe essere trasparente come l’acqua che gestisce, risulta essere invece poco incline a pubblicare atti deliberativi del consiglio di amministrazione e, come in questo ultimo caso, molto opaca nel pubblicizzare le revisioni tariffarie programmate a monte con gli enti sovraordinati. Dal momento che ogni società pubblica si “nutre” delle imposte pagate dai contribuenti, questi ultimi non dovrebbero essere i primi a sapere di ogni minima fluttuazione delle tariffe?”
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