Tutto da rifare. Una storia infinita quella dell'ex Negri Sud di Santa Maria Imbaro (Ch), un tempo fiore all'occhiello dell'Abruzzo, perché era un centro di ricerche medico/farmacologiche di respiro internazionale.
Il complesso, dopo la chiusura per debiti, era finito all'asta per 10.729.260 euro. E' stato aggiudicato il 4 giugno scorso. C'era stata un'unica offerta, di 10.732.000 euro, che venne "ritenuta affidabile", dai vertici della Provincia, che ha gestito l'operazione, dato che è proprietaria degli immobili. Le palazzine erano state vendute e aggiudicate all’Amil Lazio (Associazione mutilati e invalidi del lavoro orfani e vedove), ma a finanziare l'operazione - venne fuori - "è un fondo misto anglo-americano con sede in Svizzera".
Gli stabilii, per complessivi 55 mila metri quadrati, comprendono centrali termiche e tecnologiche, laboratori, mensa, cucine, depositi, alloggi direzione e custode, auditorium, biblioteca, magazzino, officine e la foresteria con villette a schiera per gli alloggi dei ricercatori.
"E' una ferita che si rimargina – disse allora il presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo –. Ad aggiudicarsi la gara è stata l’associazione di promozione sociale presieduta da Osvaldo Travaglini. Una somma che entra nel bilancio della Provincia e che dà una boccata d’ossigeno oltre che al bilancio dell’ente, al territorio che avrà di nuovo un istituto di ricerche biomediche e farmacologiche". Tutta... aria fritta.
Ora, dopo mesi di incertezze e di attese, viene reso noto che "per un assegno non pagato", ossia scoperto, di 100mila euro, il complesso non è stato alla fine assegnato all'associazione, come lo stesso Pupillo comunica. E spiega: "Il 2 settembre scorso il dirigente del servizio Patrimonio immobiliare, ingegner Giancarlo Moca, ha provveduto a firmare la determinazione con cui dispone di non procedere all’aggiudicazione del Mario Negri Sud per la mancata copertura degli oneri dovuti alla data di scadenza del 31 agosto 2020. Nello specifico, è risultato “impagato” l'assegno prodotto a favore del portatore, come da emissione da parte del tesoriere provinciale presso la Ubi Banca della copia conforme dell'assegno".
La determina dispone inoltre che il "Servizio patrimonio immobiliare provveda all’espletamento dei conseguenti adempimenti amministrativi di competenza e demandi all’ufficio legale della Provincia la verifica di eventuali profili legali e/o giudiziari legati all’impossibilità di incasso dell’assegno, anche in relazione al potenziale danno di immagine subìto dalla Provincia e alla potenziale violazione dei criteri di cui all’articolo 1 della legge 241/1990".
Dichiara ancora Pupillo: "Siamo tutti molto amareggiati per quanto accaduto. Proviamo sconcerto per una situazione che di fatto pone molti dubbi sulla serietà delle intenzioni che a questo punto rimangono oscure e di difficile interpretazione. Ho dato mandato ai nostri avvocati di valutare eventuali profili legali. La Provincia comunque, fra pochi giorni, procederà a pubblicare un nuovo bando con le stesse modalità. Se dovesse andare deserto percorreremo altre modalità di valorizzazione perché è nostra intenzione restituire alla comunità questo complesso immobiliare che ha reso grande la ricerca in Abruzzo e in Italia”. Se dovesse andare deserto si procederà all'affitto degli stabili.
Linda Caravaggio
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