"L'esecutivo regionale sta per compiere un anno di vita: nella organizzazione della sanità in Abruzzo non è stato fatto nulla. Al contrario, la carenza di programmazione rischia di peggiorare la qualità dei servizi ed aggravare le attuali carenze".
Lo affermano le confederazioni di Cgil, Cisl e Uil, congiuntamente alle rispettive organizzazioni di categoria dei servizi pubblici e dei pensionati, denunciando "la totale assenza di politiche sanitarie regionali incisive e strutturali utili a migliorare il sistema sanitario" e sottolineando che "se non ci sarà un cambio di passo continueremo ad assistere ad un rapido ed ulteriore decadimento" di esso. I sindacati si dicono pronti ad "azioni di mobilitazione se non dovesse esserci un deciso cambio di rotta". Nel frattempo hanno consegnato all'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, e al presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, 17mila firme di cittadini per chiedere: riduzione delle liste di attesa; assunzione di personale; potenziamento della medicina territoriale; eliminazione del superticket; implementazione servizi.
"Ci sono forze politiche - tuonano le tre sigle - che da un lato rivendicano nuove e maggiori funzioni legislative ed amministrative, appoggiando l'idea di costruire in Italia e in Abruzzo un regionalismo differenziato, dall'altro non si preoccupano di gestire al meglio quelle funzioni laddove una buona politica farebbe davvero la differenza per i cittadini, come ad esempio il sistema sanitario. I dati sulla sanità sono impietosi: liste di attesa infinite, sovraffollamento dei reparti e dei pronto soccorso, carenze di personale inaccettabili e che mettono a rischio la salute del paziente e degli stessi operatori, insufficienza dei servizi territoriali. Tant'è che i valori della mobilità sanitaria passiva sono fuori controllo e i cittadini scelgono sempre più di andare a curarsi fuori regione dovendo sopportare gravi disagi e spese proibitive per trasporto, vitto e alloggio".
"Due delle quattro Asl abruzzesi - proseguono Cgil, Cisl e Uil - sono ancora senza direttore generale, le altre sono sprovviste del direttore sanitario o amministrativo. Nella riunione del tavolo di monitoraggio del 27 novembre scorso emerge chiaramente l'inadeguatezza di un Governo regionale che ancora non definisce quale rete ospedaliera vuole costruire, quanti e quali Dea di secondo livello implementare per far sì che anche in Abruzzo possano esserci strutture di eccellenza sanitaria. Ed è chiaro che in mancanza di un atto di programmazione non sarà possibile neanche aggiornare il fabbisogno di personale per programmare nuove assunzioni, mentre le carenze di organico peggiorano la qualità dei servizi".
"Relativamente alla rete territoriale, che l'assessore dichiara di voler potenziare - osservano ancora le tre organizzazioni - non viene indicato nessun cronoprogramma per la realizzazione delle azioni programmate né una previsione delle risorse deputate a sostenere tale potenziamento. Altresì non è dato sapere quali e quanti investimenti la Regione vuole attivare per l'ammodernamento tecnologico degli impianti e delle attrezzature. Sempre in tema di programmazione, la Regione non ha ancora trasmesso la proposta di Programma operativo 2019-2021".
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