Rincari acqua e disservizi da Sasi: comitato avvia raccolta firme.  Sindaci sotto accusa. 'Non controllano'
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Carenza di acqua, disservizi e cattiva gestione da parte della società Sasi. La "rivolta" parte con una raccolta di firme lanciata in modo trasversale da consiglieri comunali di minoranza bipartisan, associazioni e cittadini.

Contro la Sasi si alza il livello di sfida, ma soprattutto contro i sindaci degli 87 comuni soci accusati di non fare attento controllo analogo. Una vera scrollata. E a maggio si vota.

"Si fanno vedere in assemblea solo per l’elezione del Consiglio di amministrazione e per il bilancio – dice Giovanni Bucci D’Orsogna, ex sindacalista della Sasi, mentre, a Lanciano, illustra l'iniziativa popolare -. E’ una petizione popolare per un servizio idrico migliore. La Sasi è sinonimo di aumento di bollette ed inefficienza dei servizi. I cittadini che non sono disposti a subire una gestione disastrosa del sistema idrico sono invitati a dare forza a questa petizione per dare luogo ad un cambiamento di gestione e al ripristino del diritto dell’acqua".

La raccolta firme inizierà domenica 10 aprile a Lanciano, Vasto, Cupello, Colledimacine, Ortona, Casalbordino, Lama dei Peligni, Fossacesia, Castel Frentano. In crescita i comuni aderenti. Tra le associazioni di spicco i gruppi "Ortona class action" con Vittoria Camboni e "Marcianese che vorrei", con Renato Settembrini. Esperto di settore è Patrizio D’Ercole, ex presidente della disciolta Isi, ente patrimoniale delle reti Sasi, che dice: "Vogliamo conoscere la reale situazione dell’azienda, l’acqua è un bene pubblico. Vogliamo capire anche se si va verso la privatizzazione. Abbiamo l’ambizione di avere capacità contrattuale per una maggiore trasparenza. Nulla di politico".

Difatti, Cristian Borrelli, consigliere di Lama dei Peligni, chiarisce: "Siamo un comitato spontaneo nato sulla scorta delle istanze e preoccupazioni condivise e trasversali e ci sono anche molti cittadini e utenti. I livelli qualitativi della Sasi stentano e non sono soddisfacenti. Sottolineiamo la crescita dei costi a dismisura e ingiustificato. I sindaci devono attivarsi nei controlli sui metodi gestionali Sasi, non corretti e trasparenti e comprendere le ragioni di questi aumenti a ripetizione".

Sul calo idrico e perdite Bucci D’Orsogna rimarca: "Sono le stesse di anni fa. E’ necessario non solo carcarle ma rifare le reti interne colabrodo. Non serve una terza adduttrice. Situazione storica da 20 anni ma non si giustifica questo disservizio".

Sasi che su quasi 170 dipendenti "ha più colonnelli che soldati": ci sono, infatti, 82 operai e 52 impiegati e paga annualmente 86 mila euro per l’affitto di tre sedi. Giuseppe Vaccaro, consigliere di Casalbordino, si dice preoccupato: "Per i cittadini, casalinghe e lavoratori e operatori turistici che devono accogliere... C’è un forte disservizio, impensabile e non più tollerabile". Su Lanciano Settembrini dichiara: "Non è tutto a posto, si è fatto il minimo. Specie in periferia mancano serbatoi e l’acqua neppure nei pian terreni arriva. Se chiedi spiegazioni neppure ti rispondono".

Su Ortona, specie al Lido Riccio, Camboni evidenzia: "Chi ha casa è dovuta sfollare per mancanza d’acqua. Class Action è nata per l’esasperazione dei disservizi e i rimpalli di responsabilità. Presentati esposti". Sui problemi è d’accordo pure Rocco Lucci, consigliere di Colledimacine. E Mariella Arrizza, consigliera di Fossacesia, chiede che il comitato si interfacci con la commissione d’inchiesta regionale.  Gianfranco Basterebbe, presidente Sasi, replica: "In 5 anni fatti progressi rispetto a quanto ereditato. Il potabilizzatore di Altino è stato finanziato per 14 milioni di euro ma servono tre anni per farlo.  Spingeremo con l’Ersi per interventi sulle reti colabrodo". 04 apr. 2022

WALTER BERGHELLA

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FOTO ANDREA FRANCO COLACIOPPO

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