Violenza su donne: in Abruzzo manifestazioni, flash mob e spettacoli per dire no
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Sono novantasei le donne uccise in Italia dall'inizio dell'anno, in Abruzzo gli ultimi due tentati femminicidi, in meno di 24 ore, la scorsa settimana. Numeri che non accennano a diminuire e che raccontano il dolore, la disperazione e il vuoto di famiglie in lutto, di bimbi orfani.

Iniziative e manifestazioni si susseguono da giorni e molte quelle che si sono svolte il 25 novembre in tutta la regione, proprio per sottolineare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Momenti di riflessione e di impegno per sensibilizzare e avvicinare a un fenomeno che assume connotati sempre più preoccupanti.

Pescara. Settecento studenti hanno preso parte all’iniziativa promossa dal Comune dal titolo significativo “365 giorni no alla violenza sulle donne” e flash mob in corso Umberto dall’associazione “Falcone e Borsellino”. Si è tenuto anche un laboratorio per i ragazzi a cura delle operatrici del centro Ananke e dal Cuav, Centro per uomini autori di violenza. 

“Tanti passi in avanti culturali sono stati fatti: oggi abbiamo donne a dirigere aziende, istituzioni, Consigli d’amministrazione, nei posti di comando. Abbiamo donne che si affermano. Abbiamo una donna presidente del Consiglio dei Ministri – ha commentato in una nota il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri -. Ma c’è ancora un cammino lungo da compiere prima di debellare la vergogna della violenza perpetrata sulle donne, cercando di contrastare i messaggi sbagliati che evidentemente arrivano dalla rete, dai social, da alcune serie televisive. Da qui l’importanza di vedere impegnati i ragazzi, i bambini, nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, attraverso un flash mob, attraverso riflessioni pubbliche, per formare, educare e curare la crescita degli uomini del futuro”.

E  dal centro Ananke arriva il desolante quadro dell’attuale situazione. Dal 1 novembre 2023 al 31 ottobre 2024 si è registrato un incremento del 2%, rispetto all'anno precedente, delle chiamate da parte di donne che hanno contattato il centro antiviolenza per la prima volta. 350 donne “nuove” rispetto alle 325 del 2022-2023. Cento le chiamate giunte soprattutto dai diversi nodi della rete antiviolenza territoriale e da altri centri antiviolenza che hanno registrato un aumento del 2% rispetto allo scorso anno. Il centro ha accolto dal 1 novembre 2023 al 31 ottobre 2024 circa 208 donne, tra quelle che avevano già iniziato un percorso di uscita e quelle che per la prima volta hanno preso contatto con il centro. Le donne che si sono rivolte ad Ananke, dal 1° novembre 2023 al 31 ottobre 2024, provengono prevalentemente da Pescara (82 %) ma giungono anche da altre province (il 9 % da Chieti e provincia, 6 % da Teramo e provincia ed l’1% dall'Aquilano). C’è pure un 3 % che arriva da fuori regione.

Teramo. Prosegue fino a domani la quarta edizione di "Open week" con l'obiettivo di incoraggiare le donne vittime di violenza a rompere il silenzio e avvicinarle alla rete di servizi antiviolenza che può offrire percorsi di accoglienza protetta e progetti di continuità assistenziale e di sostegno.

Nel  cortile della caserma del Comando provinciale dei carabinieri, a sera illuminata di rosso, è stata inaugurata “la panchina rossa”, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. La panchina è stata benedetta dal vescovo della Diocesi di Teramo-Atri, monsignore Lorenzo Leuzzi. Una cerimonia particolarmente emozionante alla quale hanno partecipato numerose autorità e tanti cittadini. Presenti gli alunni delle scuole medie dell’istituto comprensivo "D’Alessandro" e del liceo artistico "Montauti"  nonché le ragazze e i ragazzi della fattoria didattica e sociale “Rurabilandia” di Atri. Il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Pasquale Saccone, e il procuratore della Repubblica Ettore Picardi, hanno parlato dell’impegno e del lavoro necessari a contrastare i tanti fatti di violenza contro le donne. Le rappresentanti dei centri antiviolenza della provincia  hanno depositato un mazzo di fiori . Nella panchina è stata apposta la targhetta con la dicitura “L’Amore non è mai violenza”. Per i carabinieri quella panchina nel cortile, dove ci si può anche sedere, sta a ricordare non solo agli addetti ai lavori ma anche ai visitatori quanto sia importante combattere ogni forma di sopruso e violenza contro le donne, un monito per le generazioni presenti e future. La giovane cantautrice di Montesilvano, Elena Calaudi, è stata la prima a sedere sulla panchina rossa (vedi foto) insieme alla sua chitarra regalando ai presenti un momento di arte e bellezza.

Lanciano. La città ha visto la partecipazione numerosa e convinta di associazioni e movimenti, dei centri antiviolenza e di ascolto che hanno dato vita ad alcune interessanti iniziative. A cominciare da quella che si è tenuta in un bar del centro e che ha affrontato lo spinoso e complicato argomento degli uomini maltrattanti parlando appunto del ruolo del Cuav (Centro uomini autori di violenza). Poi la manifestazione lungo il corso organizzata dall’associazione Okay che ha registrato anche la presenza delle istituzioni cittadine. Al teatro Fenaroli applausi calorosi per lo spettacolo suggestivo e raffinato della giovane poetessa e performer Gloria Riggio.

Il Centro antiviolenza Dafne che ha sede anche a Lanciano ha comunicato i numeri che riguardano la città e non sono certo trascurabili. Sono 111 le donne attualmente in carico e di queste 79 sono mamme. Nel 2024 sono state accolte 29 donne, di queste solo 9 sono straniere. Anche in questo caso i numeri raccontano più delle parole e dicono che la strada da fare è ancora lunga.  Ed è importante una legge per potenziare l’educazione contro la violenza e la disparità di genere.

La proposta. Una legge regionale contro la violenza chiede il Pd. “I dati sulla violenza di genere dimostrano che per vincere questa annosa guerra urge una cultura nuova a tutti i livelli. Nonostante le mobilitazioni successive al femminicidio di Giulia Cecchettin, sono 80 le donne uccise al 27 ottobre scorso in ambito famigliare e affettivo, 96 per l’osservatorio di "Non una di meno". Questa consapevolezza sta alla base della proposta di legge regionale per istituzionalizzare e potenziare l’educazione contro violenza e disparità di genere promossa in Consiglio regionale, affinché questi temi diventino materia viva nell’educazione scolastica e universitaria”, ha spiegato il segretario regionale del Pd Daniele Marinelli con il capogruppo e i consiglieri regionali Pd Silvio Paolucci, Antonio Di Marco, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani, che nel corso della conferenza delle Donne Democratiche che si è tenuta a L’Aquila hanno annunciato l’intenzione di ripresentare la proposta di legge regionale predisposta in collaborazione anche con i Giovani Democratici.

Perché serve la legge. Da gennaio a giugno 2024 i dati ministeriali attestano che sono stati registrati 141 omicidi, con 49 vittime donne, di cui 44 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 24 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Con riferimento specifico ai reati introdotti dal cosiddetto Codice Rosso (legge 19 luglio 2019, n. 69), nello stesso periodo c’è stato un generale, progressivo aumento dei casi registrati per i reati di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art. 387-bis c.p.);come pure per quelli di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (art. 612-ter c.p.) e di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis c.p.). Se dai dati si passa ad indagare le cause, risulta evidente come la violenza di genere sia legata in molti modi a un retroterra culturale temporalmente e spazialmente molto esteso e a un rapporto storicamente e socialmente connotato, quello patriarcale e gerarchico uomo-donna, nelle forme specifiche in cui esso è presente nelle diverse culture. 26 nov. 2024

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