Lago di Bomba. Perso in Regione il Progetto di legge presentato da 16 Comuni per il rinnovo della concessione

Pareva che tutto scorresse senza ostacoli e invece così non è. 

Tanto che l’Associazione di 16 Comuni del Sangro-Aventino ha dovuto indire in gran fretta una conferenza stampa, per chiedere, a tutti i consiglieri regionali, di far propri gli emendamenti da loro proposti al Progetto di legge della Giunta regionale a firma del presidente della II commissione permanente (Ambiente-Territorio), Manuele Marcovecchio, che definirà il futuro dei grandi impianti di produzione idroelettrica e dei paesi interni e montani che li ospitano. Devono farli propri e presentarli in aula al momento della discussione della legge in Emiciclo.

Una corsa contro il tempo, che nessuno si aspettava, impressa nelle ultime ore dal fatto che oggi scadono i termini per la consegna delle modifiche che l’Associazione dei Comuni chiede, in qualità di ente portatrice di interessi nella concessione della grande derivazione per uso idroelettrico Sant’ Angelo, che comprende i laghi di Bomba e Casoli e la centrale di Altino (Ch). Modifiche che sono state elaborate, dai sindaci del Sangro-Aventino, in circa tre anni di lavoro per arrivare alla stesura di un testo condiviso sulle modalità di rinnovo delle assegnazioni.

Ma perché si è arrivati a dover accellerare tanto? Perché negli uffici della Regione Abruzzo si è perso il Progetto di legge che i Comuni avevano eleborato e presentato nello scorso gennaio. Progetto di legge, che nulla a che fare con quello della giunta, che era stato inviato seguendo i criteri dello Statuto regionale, all'articolo 31. Ma il documento è svanito... Uccel di bosco... 

I Comuni , avendolo presentato, seguendo tutti i crismi, erano sicuri che sarebbe quantomeno stato esaminato. Ma il 4 marzo scorso, con grande stupore, nel corso della seduta della Seconda commissione permanente del Consiglio regionale, è stato scoperto che del Progetto di legge non c'era nessuna traccia. Il testo, di 5 pagine e i 34 articoli, non è mai arrivato alla Commissione. Nessuno sa che fine abbia fatto. Sconcerto da parte dei rappresentanti dei Comuni, che tra l’altro pensavano d’essere stati convocati per illustrare nel dettaglio il documento, e imbarazzo da parte dei membri della Commissione che, ignorando l’esistenza del testo, erano convinti invece che l’Associazione dei Comuni del Sangro/Aventino volesse solo sollecitare l’approvazione della legge.

"Ora l’unica strada da seguire per non vedere vanificato il lavoro che abbiamo svolto - spiega Massimo Colonna, presidente dell’Associazione, a cui aderiscono i centti di Altino, Archi, Atessa, Bomba, Casoli, Castiglione Messer Raimondo, Colledimezzo, Fara San Martino, Gessopalena, Pennadomo, Perano, Pietraferrazzana, Roccascalegna, Torricella Peligna, Villa Santa Maria, - è fare in modo che i consiglieri regionali portino in sede di Consiglio regionale per la discussione e l’approvazione della legge, i nostri 21 emendamenti. In sintesi si tratta di salvaguardare per i territori la possibilità di utilizzare il bene pubblico acqua per gli usi primari (potabile e irrigazione) e per lo spegnimento degli incendi, oltre che per la produzione di energia; prevedere per i concessionari uscenti ammende per eventuali inadempienze oltre che i risarcimenti per gli investimenti sostenuti; prevedere la partecipazione attiva dei comuni interni e montani che ospitano i grandi impianti idroelettrici in tutte le fasi decisionali; valutazione della sussistenza di interessi pubblici prevalenti per l’uso deell’acqua, definizione del contenuto dei bandi, modalità di gestione degli impianti, misure di compensazione territoriale e interventi di miglioramento e risanamento ambientale dei bacini idrografici e di ripristino dell’equilibrio ecosistemico".

"I territori -prosegue Colonna - non possono essere relegati solo al ruolo di spettatori a cui è concessa esclusivamente la possibilità di presentare osservazioni; destinare una parte considerevole degli introiti derivanti dai canoni di concessione ai comuni ed alla provincia che ospitano le infrastrutture, ci sono regioni che li destinano al 100%, in luogo delle cifre ridicole riversate attualmente con i sovracanoni; favorire il recupero e destinare al territorio i canoni aggiuntivi e l’energia elettrica che i concessionari devono versare per gli anni di gestione con concessione scaduta ed evitare che importantissime risorse vengano sottratte alle comunità locali a favore di grandi e ricche società. Abbiamo agito sempre con spirito collaborativo con la Regione – rimarca il presidente -, sin da quando, appunto, abbiamo inviato al Presidente del Consiglio regionale, Lorenzo, Sospiri una delibera analoga a quella proposta dalla Giunta Marsilio, perché diventasse Proposta di legge. Cosa che è avvenuta. Le nostre sollecitazioni per l’approvazione del nuovo testo sulle concessioni, che doveva avvenire entro l’ottobre 2020, stando all’articolo 12 del Decreto legge 79, che ha imposto alle Regioni di dotarsi di una legge e di indire il bando per le nuove concessioni, per la verità, sono state sempre recepite in Regione. Adesso ci aspettiamo l’impegno di tutti perché dopo oltre mezzo secolo vengano garantite più risorse per le comunità locali e il rispetto dei territori". 21 mar. 2022

Filippo Marfisi

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