Approvata, dal Consiglio regionale, la nuova rete ospedaliera dell'Abruzzo. "E' un momento storico per la nostra sanità, che per la prima volta (e sottolineo per la prima volta) dispone di uno strumento di programmazione che ha superato tutti i passaggi ministeriali, a dimostrazione del grande lavoro che è stato portato avanti dal nostro Governo regionale".
Lo sottolinea l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, dopo il via libera al documento di reingegnerizzazione dell’assistenza ospedaliera, ultimo passaggio di un iter amministrativo durato quasi due anni e mezzo.
“Un periodo – aggiunge la Verì – che non è trascorso a vuoto, ma durante il quale abbiamo portato avanti un confronto serrato sia con i ministeri, sia con i tavoli tecnici, attraversando due diversi governi, due diversi ministri della Salute e due diversi ministri delle Finanze. Abbiamo sempre difeso con convinzione le istanze della nostra regione, perché non è stato semplice calare in una realtà come quella abruzzese (che, lo ribadisco ancora una volta, ha gli stessi abitanti del Comune di Milano, ma sparsi su un territorio 100 volte più esteso e in gran parte montuoso) i rigidi parametri previsti dalla normativa nazionale. Ci siamo riusciti e credo che questa rete abbia anche un altro merito: quello di aver aperto una riflessione proprio su questo tema e cioè l’applicazione degli standard del Decreto ministeriale 70 nelle regioni più piccole e meno densamente popolate, del quale potranno beneficiare anche altri territori del Paese".
"Con la rete ospedaliera - fa presente una nota della Regione - si completano gli atti di programmazione sanitaria adottati dall’attuale Governo regionale di centrodestra: rete territoriale e piano operativo, infatti, sono stati approvati già da tempo. E si vanno ad aggiungere agli altri provvedimenti collaterali, come il piano oncologico, la rete delle malattie rare o quella diabetologica.
La nuova programmazione prevede, tenendo conto dei criteri di efficienza e di complementarietà di discipline in relazione ai bacini di utenza, la seguente classificazione dei presidi:
• 4 ospedali (L’Aquila, Pescara, Chieti, Teramo) con funzioni hub per le reti tempo dipendenti (rete stroke, politrauma/trauma maggiore, rete emergenze cardiologiche estese);
• 4 ospedali di primo livello (Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto);
• 6 ospedali di base (Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero);
• 2 presidi di area disagiata, sedi di pronto soccorso (Castel di Sangro e Atessa).
Tra le novità principali (rispetto alla precedente programmazione del 2016, adottata con decreto commissariale e dunque mai assentita dai tavoli tecnici ministeriali) spiccano la riclassificazione del presidio di Sulmona quale Dea di primo livello con il mantenimento del punto nascita, per il quale sarà attivato un progetto sperimentale (da sottoporre alla valutazione del Comitato Percorso Nascita nazionale); quella dei nosocomi di Ortona, Penne e Popoli in ospedali di base sede di Pronto soccorso; la classificazione dei presidi medici h24 di Tagliacozzo, Pescina e Guardiagrele in stabilimenti ospedalieri rispettivamente degli ospedali di Avezzano, L’Aquila e Chieti, in cui ubicare specifici reparti specialistici; il riconoscimento al presidio di Atessa della funzione di ospedale di area disagiataIl Tavolo DM 70, lo scorso maggio, aveva inoltre validato il cronoprogramma proposto dalla Regione per provvedere, entro 36 mesi, all’individuazione dei Dea di secondo livello.
“Siamo convinti – prosegue l’assessore – di aver ottenuto il miglior risultato possibile. Adesso saranno le singole Asl a dover tradurre la programmazione in servizi, predisponendo i nuovi atti aziendali in un’ottica di rete, integrando i reparti e le funzioni di ciascun presidio”.
Il presidente della Regione, Marco Marsilio: "A differenza di quello che accadeva in passato, abbiamo creato una nuova rete che non taglia i servizi, non taglia i posti letto, non taglia il diritto alla sanità. Ci sono alcune situazioni in cui i servizi vengono messi a rete per evitare inutili doppioni. Il nostro modello, che deroga al decreto Lorenzin, diventerà un modello pilota per tutta l’Italia, al quale il Ministero guarderà con attenzione. Noi – rimarca – ci facciamo rispettare a Roma. Ieri ero al ministero della Salute a raccontare questo percorso della sanità abruzzese tra l’interesse e l’attenzione di tutti i principali operatori della sanità pubblica e privata nazionale. Questa è la differenza tra il piccolo Abruzzo che io ho trovato e l’Abruzzo che stiamo facendo crescere. Resta il fatto che abbiamo ereditato una regione dove la rete ospedaliera non esisteva". 12 dic. 2023
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