Fossacesia. 'Uno scempio i lavori anti barriere architettoniche all'abbazia di San Giovanni in Venere': Archeoclub infuriato
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Si sono appena conclusi i lavori  di abbattimento delle barriere architettoniche nell’area circostante l’abbazia di  San Giovanni in Venere, ma è polemica aspra.

Ora la pavimentazione è stata sistemata, come sono stati aggiustati i gradoni e il montascale elettrico, che deve ancora essere collaudato. Esecutrice delle opere, per un importo di 33.389,10 euro,  la Provincia di Cheti. I lavori sono partiti  il 15 aprile scorso e avrebbero docuto concludersi  il 14 giugno, invece il cantiere è stato amantellato solo pochi giorni fa. "E’stato compiuto uno scempio, un pugno all’abbazia": è infuriato il presidente dell’Archeoclub di San Vito Chietino, Vito Sbrocchi, che ha preso carta e penna per scrivere alla Soprintendenza ed esprimere il proprio dissenso sugli interventi portati a compimento.

"A mio avviso -afferma Sbrocchi-,  il montascale laterale che deturpa l’immagine del tempio, non entrerà mai in funzione. Chi è preposto alla sua attivazione, che consiste nel  rispondere alla "chiamata" del disabile che desidera accedere dal prato alla chiesa, non è ancora dato a sapere". Quello però che ha fatto allarmare Sbrocchi è l’intervento sui due gradoni, a sinistra dell’ingresso laterale dell’abbazia di San Giovanni in Venere, costruiti negli anni Trenta. "I rialzi –spiega - tempo addietro versavano in condizioni di degrado: quasi tutte le lastre di marmo che contornavano il perimetro dei gradoni erano ridotte a pezzi. C’era una situazione di passaggio pericolosa, quindi  era necessario intervenire, al fine di evitare incidenti. I padri passionisti, di tasca propria,  hanno fatto ricollocare nuove lastre di marmo".

"Pochi giorni fa, ecco la novità: qualcuno (al momento non sappiamo esattamente chi), ha rimosso le lastre di marmo, senza nemmeno avvisare i passionisti, e ha realizzato una cortina di mattoni, posati in opera di taglio lungo il perimetro dei gradoni.  Sull’opera nessuna obiezione. Chi ha sistemato i mattoni - continua        Sbrocchi-  ha avuto l’infelice idea di realizzare un intonaco  su tutte le pareti del manufatto, chiudere tutte le cosiddette fughe tra mattone e mattone e pennellare  il tutto con un colore beige chiaro, comprese le fughe, intervento che impatta orribilmente con la facciata dell’abbazia. Nella lettera alla Soprintendenza, chiedo agli addetti alla tutela del monumento di intervenire  con urgenza per riportare le pareti dei gradoni allo stato originario, cioè senza intonaco e con i ciottoli a faccia vista, lasciando solo i mattoni sistemati di taglio con le fughe colorate, ma con una tonalità scura”. Contestati da Sbrocchi anche i lavori che hanno riguardato la pavimentazione  ruvida che conduce alla scalinata, il cui percorso risulterebbe difficoltoso per i disabili.   

Linda Caravaggio

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