E’ arrivata da poche ore ed è contestata l'ordinanza della Regione, la numero 69 del 29 maggio 2020, che disciplina la fruizione delle spiagge ibere in questa estate da... coronavirus.
Nel provvedimento, a firma del governatore Marco Marsilio, si afferma subito che "le spiagge libere..., finalizzate dalla necessità di libera e gratuita fruizione della collettività, con attrezzatura balneare propria... ricadono sotto la gestione diretta del Comuni" per cui ad essi "fanno riferimento le funzioni di individuazione e regolamentazione e i servizi connessi", e sono essi a doverne "disciplinare l’accesso e la fruizione".
Sulle spiagge - viene aggiunto - devono essere assicurate "opportune misure di pulizia e di igienizzazione delle attrezzature comuni, come i servizi igienici, ove presenti". Dal loro proprio i bagnati "nel posizionamento delle proprie attrezzature (ombrelloni, lettini, sdraio etc.) dovranno rispettare le medesime misure di distanziamento per i complessi balneari". Si sottolinea che l’area complessivamente destinata ad ogni singolo ombrellone o ad altro sistema di ombreggio non può comunque essere inferiore a 10 mq; le attrezzature complementari utilizzate in aggiunta all’ombrellone (sdraio, seggiola, lettino etc.) possono essere posizionate in quantità limitata atta a garantire il distanziamento con le attrezzature dell’ombrellone contiguo di almeno 1 metro; sotto agli ombrelloni, o ad altri sistemi di ombreggio, è fatto obbligo osservare una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Fatta l'ordinanza, scattate le polemiche, anche perché l'assessore al Turismo, Mauro Febbo, nelle scorse settimane, aveva annunciato che le spiagge libere sarebbero state date in gestione agli stabilimenti balneari... a spese della Regione. "Senza fondi ai Comuni costieri dell'Abruzzo, la stagione estiva rischia di rivelarsi difficile": è questa la prima considerazione dei sindaci della Costa dei trabocchi, di Enrico Di Giuseppantonio, di Fossacesia; Leo Castiglione, di Ortona; Nino Di Fonso, di Torino di Sangro; Gianni Di Rito, di Rocca San Giovanni ed Emiliano Bozzelli, di San Vito Chietino.
“E’ davvero complicato coniugare sicurezza, sorveglianza e controllo con le aspettative che i cittadini nutrono di poter frequentare gratuitamente le aree libere da Martinsicuro a San Salvo – proseguono i primi cittadini -. Stiamo parlando di 100 chilometri di spiagge sui 145 che misura l’intero tratto della regione. Sarà ancor più complicato sulla Costa dei trabocchi, con le sue eccellenze ambientali, riserve marine ed anche con le sue tante discese a mare, che permettono ai fruitori di raggiungere grandi e piccole spiagge la cui sorveglianza diventerà davvero complicata. Una domanda sorge spontanea: a chi affidare il compito di controllo e di rispetto delle distanze sociali di sicurezza? Alcuni Comuni hanno deciso forme di collaborazione con associazioni e nuclei di Protezione civile, ma tutto ciò avrà comunque un costo ingente".
"E’ inimmaginabile per i nostri Comuni poter far ricorso a personale proprio, come ad esempio la polizia municipale, che ha un numero insufficiente di dipendenti, o figure del proprio organico per ottemperare alle prescrizioni previste nelle disposizioni sanitarie di sicurezza: non abbiamo le risorse necessarie. Senza contributi saremo costretti, per garantire l’utilizzo delle spiagge libere , alla sola affissione nei punti di accesso di cartelli in diverse lingue, contenenti indicazioni chiare sui comportamenti da tenere, in particolare il distanziamento sociale di almeno 1 metro ed il divieto di assembramento".
"Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta – evidenziano i sindaci frentani -, ha stanziato 1,5 milioni di euro, destinandoli alle “concessioni demaniali”.... E’ uno stanziamento che riteniamo insufficiente e che comunque avrebbe dovuto considerare tutte le spiagge libere. Se davvero si vuole contribuire ad una ripresa di uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi determinata dal Covid 19 e fondamentale per l’economia di tante realtà, sono necessari interventi finanziari della Regione e del Governo. Bisogna tenere conto che dovremo operare tra molti problemi e i Comuni italiani già ne hanno tantissimi. Ad iniziare dalle esigue risorse di cui dispongono. Impegnarle in questa fase, significherà ridurre le nostre poche ed a volte insufficienti disponibilità economiche su altri settori quali il sociale, le scuole, la gestione della raccolta rifiuti, l’ambiente e per il decoro urbano. Il turismo è un comparto fondamentale per noi. Abbiamo bisogno di certezze, per poter accogliere tutti al meglio".
@RIPRODUZIONE VIETATA