Coronavirus.  Metti un mattino in zona rossa a Pescara... Tra negozi chiusi e polizia
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Metti una mattinata soleggiata a Pescara nella prima metà di marzo. Temperatura sopra la media del periodo e luce abbagliante. Per fortuna, nonostante la giornata invitante, i cittadini hanno in gran parte abbandonato l'idea di spassarsela per strada, impegnandosi a seguire le indicazioni del Governo atte a limitare il contagio del Covid-19, restando a casa.

Una "zona rossa" che viene “aiutata” dall'atteggiamento di tanti esercenti coscienziosi che, per il bene di tutti, hanno deciso di tenere abbassate le serrande delle loro attività, disincentivando di fatto la frequentazione del centro, reso meno appetibile del solito proprio perché... chiuso. Un esempio lo ha dato David Piperno, proprietario di un noto negozio di abbigliamento che nel corso degli anni ha sempre voluto sostenere la causa in favore delle attività sempre aperte in centro: "Negli anni abbiamo immaginato la nostra attività più come un punto di aggregazione che come una rivendita - ammette - ma la grave emergenza che sta attanagliando l'Italia ci impone di essere prima di tutto dei padri di famiglia responsabili. Lavorare, vietando ai nostri amici di entrare per una risata o rimanendo a un metro di distanza dai nostri clienti per tutelare la sicurezza, non ci mette in condizione di svolgere serenamente il nostro lavoro, pertanto reputiamo che la decisione più opportuna sia quella di chiudere, almeno per qualche giorno. Invitiamo tutti in questo momento - conclude Piperno - a tenere duro!” 

Tenera, inoltre, l'iniziativa dei messaggi sui post it che ha fatto capolino anche a Pescara: il mantra è “Tutto andrà bene!” Tanti, tantissimi i biglietti sui quali si predica fiducia, lasciati attaccati sulle vetrine dei negozi, sulle edicole, sui muri o sui pali della luce.

Nel tentativo di scongiurare eventuali assembramenti, infine, piazza della Rinascita (piazza Salotto per intenderci) è stata presidiata dalla polizia che ha sostato nella zona nevralgica della città per buona parte della mattinata. Ma nessun altro controllo è stato da noi ravvisato. I lavoratori, dotati o meno di autocertificazione, sono usciti da Pescara o entrati nel capoluogo adriatico anche attraverso le arterie principali senza alcun controllo, segnale che il provvedimento restrittivo avrà bisogno di altre ore ancora per essere effettivamente vigilato.

Fernando Errichi

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