Pescara. Coronavirus e povertà. Riecco i senzatetto davanti ai negozi: la protesta degli esercenti

Il dramma coronavirus, a Pescara, non fa altro che accentuare una situazione che in città rappresenta da anni un’autentica emergenza. Ossia la presenza dei clochard in centro, che sul piano sociale è un problema, in questo momento soprattutto per ragioni sanitarie. Oltretutto a causa del Covid 19 il Comune è stato costretto a chiudere il dormitorio dove solitamente venivano ospitati i senzatetto, creando così indirettamente ulteriori disagi. Per domani centinaia di attività commerciali del centro si preparano a riaprire e la questione potrebbe esplodere.

Ci sono, infatti, clochard accampati giorno e notte davanti alle vetrine, privi peraltro di qualunque protezione. Niente guanti, niente mascherine, solo i cartoni e coperte a terra, come al solito, per dormire. Del resto non hanno alcun sostentamento. Decine di senzatetto sono tornati da giorni a ‘occupare’ i propri spazi in attesa di veder riaccendersi le vetrine e poter riprendere, anche loro, l’attività della questua. 

Il presidente della commissione Mobilità, Armando Foschi, sollevando la questione, fa sapere che questa situazione verrà portata "all’attenzione dell’amministrazione comunale convocando in commissione Sicurezza gli assessori preposti, Adelchi Sulpizio per l’ordine pubblico e Nicla Di Nisio per il sociale, e il comandante della polizia municipale, Danilo Palestini, per aprire un confronto con i titolari delle attività commerciali, stanchi di subire i rischi connessi a tali presenze".

I primi a lamentarsi dei clochard che stazionano dinanzi ai propri negozi, spesso a dormire, sono stati i commercianti di via Roma addetti alla vendita di generi essenziali che, di fatto, non hanno mai sospeso la propria attività.  Da lì sembra essere partito il tam tam che l’altra notte ha scatenato una "invasione" di clochard, che si sono fermati in via Nicola Fabrizi, divisi tra negozi e ingressi dei condomini, e tutta l’area dei portici, dunque via Carducci, piazza Salotto, corso Umberto e via Trento. Non solo. Alcuni commercianti, tornati nella propria attività per cominciare a predisporre le misure di contenimento del Covid-19, li hanno trovati, come hanno denunciato, "a fare i propri bisogni tranquillamente e indisturbati a terra, davanti ai negozi". 

Foschi chiede "provvedimenti, innanzitutto per identificare chiaramente chi sono i senzatetto stanziali, e non presenze occasionali, che sono tornati ad accamparsi fuori dai negozi del centro; va capita la loro provenienza - afferma - e dobbiamo individuare, per ciascuno di essi, come agire, ovvero anche percorsi di recupero individuali e soggettivi, senza dimenticare la possibilità di applicare il Daspo urbano, perché è vero che non è un reato stazionare fuori da un negozio, ma è anche vero che non possiamo accettare il bivacco, diurno e notturno, né che i marciapiedi del centro cittadino diventino un dormitorio a cielo aperto".

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