Maxi ingorghi, con file anche di decine di chilometri e automobilisti imbottigliati sul nastrone d'asfalto per sei-otto ore. Malori a causa delle code infinite e ambulanze, intervenute per i soccorsi, rimaste bloccate. E' il caos sull'A14, nel tratto tra Abruzzo e Marche. I problemi vanno da Pedaso (Fermo) alla Val di Sangro, in provincia di Chieti. E, per non farsi mancare nulla, c'è la statale 16 a propria volta intasata dagli autoarticolati e dai pullman, costretti, nel tratto teramano, ritenuto poco sicuro, a lasciare l'autostrada. Ai mezzi pesanti è infatti vietato, da alcune settimane, il transito sul viadotto Cerrano, tra Pescara Nord e Atri-Pineto, e, così, obbligati a ripiegare sull'unica altra arteria possibile, congestionano la statale, che corre nel cuore di diversi centri abitati - ad esempio Silvi, Pineto, Roseto -, che debbono sopportare il transito di quattromila tir al giorno, con inquinamento superiori ai limiti di legge. Insomma, un inferno fatto di code e gas di scarico.
Se a ciò si aggiungono le limitazioni imposte a giugno scorso, per il transito, sotto al traforo del Gran Sasso, nella direttrice che collega la costa con Roma, lungo la A24, sessanta chilometri orari e una sola corsia di marcia, l’Abruzzo è attualmente la regione più... inaccessibile dello Stivale.
Tutto nasce dalle limitazioni imposte dalla Procura di Avellino, a seguito della strage sulla A16 del 28 luglio 2013, quando un autobus è precipitato da un viadotto provocando la morte di 40 passeggeri. L'attenzione è stata incentrata sulle barriere di protezione, ritenute scadenti, e dunque in grado di peggiorare la situazione dei cavalcavia. Per questo, sull'A14, in Abruzzo, ne sono stati posti nove sotto sequestro; nelle Marche invece ne sono cinque, nel tratto Piceno-Fermano. Su tutte le infrastrutture ritenute non a norma la velocità massima scende a 40 km/h per i tir e 60 per le macchine, e le carreggiate sono dimezzate.
Le barriere a bordo ponte sono state requisite in maniera preventiva dal procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, e dal sostituto Cecilia Annecchini. L’accusa, di cui risponde il gestore delle tratte, Autostrade per l’Italia (Aspi), con otto indagati, tra cui tre manager dell’azienda, è che quella che i guard rail siano stati realizzati con materiale scadente e tecniche inadeguate, mettendo a rischio l’incolumità degli automobilisti e la sicurezza stessa dei viadotti. Tesi che Aspi respinge, presentando documenti e perizie. Fino a questo momento però le tre istanze di dissequestro presentate sono state rigettate, anche dal Tribunale del Riesame. Al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a Roma, sulla questione, ci sono stati summit a ripetizione. Finora senza alcun risultato: prossimo incontro domani, 13 gennaio.
Nel frattempo e da un bel po' sull'A14 è via crucis. Gli utenti rimasti intrappolati nei giorni di festa, ossia il 5, 6 e 7 gennaio, possono richiedere il rimborso del costo dei pedaggi. Se fortunati, si potrà riavere indietro una parte della somma. Per gli altri giorni? Tribolare, "smadonnare" e amen.
La faccenda è approdata in Parlamento. Il deputato della Lega, Luigi D’Eramo, chiede di "aprire i caselli" anziché costringere i cittadini a complesse e farraginose procedure "per chiedere i rimborsi, tra l'altro limitati nella tempistica e assolutamente parziali e insufficienti". I senatori di Forza Italia, Nazario Pagano e Alessandra Gallone, sollecitano il ministro Paola De Micheli, ad "adottare con urgenza ogni provvedimento utile per risolvere il problema e alleviare la disastrosa situazione". La deputata Pd, Stefania Pezzopane, parla di "incubo, un vero sconvolgimento della vita quotidiana, con disagi enormi".
Allerta e mobilitazione da parte del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che minaccia di bloccare l'ingresso dei tir, e sarebbe "un danno economico incalcolabile", e tuona: "Da responsabile di Protezione civile mi preme evidenziare che solo la fortuna ha evitato possibili tragedie. Vanno trovate soluzioni con urgenza". Disperati i sindaci della costa, che vedono i propri paesi intasati dai "bestioni" della strada a tutte le ore, mentre, a propria volta, protestano gli autotrasportatori. Le associazioni di categoria Confartigianato Trasporti, Fita-Cna e Conftrasporto-Confcommercio di Puglia, Marche e Abruzzo, propongono un corteo lumaca dei tir, sollecitando un risoluto e celere "intervento del Governo e del ministero" e riservandosi di decidere "tempi e luoghi" della contestazione.
Mentre le polemiche non si placano, in una lettera il ministro De Micheli fa sapere che si "darà parere favorevole al ripristino della circolazione se i dati positivi inerenti la messa in sicurezza del viadotto Cerrano saranno confermati nella relazione finale". Uno spiraglio. "Mi sarei aspettato maggiore concretezza", replica Marsilio.
Serena Giannico
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