Disastro peronospora in Abruzzo: raccolto dell'uva dimezzato. Va peggio col Montepulciano

Non è una buona annata per i vitivinicoltori in Abruzzo. 

La raccolta delle uve precoci, come il Pinot Grigio, si avvia al termine e i dati delle cantine nella zona costiera della provincia di Chieti parlano di una perdita delle uve di questo tipo che si aggira intorno al 50% – 60% rispetto al 2022. Gli agronomi si aspettano un peggioramento in percentuale su una delle uve da vino più caratteristiche del territorio, il Montepulciano d’Abruzzo, che quest’anno dovrebbe subire una perdita di circa l’80% rispetto all’anno precedente. La minor perdita secondo le cantine se l’aggiudica l’uva da Pecorino con circa il 20% - 30%.

I dati della Cia regionale (Confederazione italiana agricoltori) pronosticano un calo produttivo stimato, per problemi fitosanitari, che si aggira tra il 30% e il 40%. Nel 2022, gli ettolitri di vino rivendicati furono 1,15 milioni, di cui 0,83 milioni di solo Montepulciano d'Abruzzo. "Nel trimestre aprile-giugno 2023, - fa presente in una nota - le piogge hanno imperversato, con valori sopra 400 mm, ad Atri (Teramo), Orsogna (Chieti), Ortona (Chieti), Teramo, Tocco da Casauria (Pescara) e Vicoli (Pescara), favorendo la diffusione della plasmopara viticola (agente eziologico della peronospora)". Che ha creato gravissimi danni. 

“Secondo le valutazioni dei nostri esperti, le condizioni climatiche e agronomiche della regione Abruzzo non hanno contribuito a creare un ambiente ideale per la crescita e la maturazione delle uve - afferma il presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti - faremo il possibile per sostenere i nostri associati e i viticoltori in questo periodo difficile, ma a volte da annate complicate nascono vini buonissimi. Adesso speriamo che il caldo continui per raggiungere buoni livelli qualitativi. Una vendemmia, insomma, che ci mette di fronte al fatto che dobbiamo puntare ancora di più sulla ricerca per aiutare alcune varietà a essere più resistenti alle condizioni climatiche avverse che si presentano in stagioni difficili come questa".

"La varietà bianca che si sta difendendo meglio è il Pecorino, la cui vendemmia è iniziata solo da pochi giorni, mentre Passerina, Trebbiano e Montepulciano affrontano un calo più significativo", comunica il Consorzio Tutela vini d'Abruzzo, il cui presidente del Comitato tecnico, Nicola Dragani, dichiara: "Sebbene le aziende hanno lavorato per tutta la stagione con costanza e precisione nella prevenzione della peronospora, da una prima stima sulle uve precoci che si stanno raccogliendo in queste settimane stiamo osservando un danno superiore al 45% della produzione. In alcune aree le condizioni pedoclimatiche e le altitudini hanno portato a una minore incidenza del patogeno e, combinate con un lavoro efficace in vigneto, hanno permesso di contenere le perdite in pianta”.

"Le zone più colpite - viene aggiunto - risultano essere in provincia di Chieti, con perdite che arrivano fino al 60%. Meglio nella zona di Pescara e delle colline teramane, dove comunque la perdita della produzione si attesta su una media del 30-40%, e nei vigneti in quota, dove la peronospora ha fatto sicuramente meno disastri".

I danni economici maggiori sono di chi ha investito per il trattamento dei vitigni e per la raccolta dell’uva; sono di chi ha spesso le mani sporche di terra, le schiena piegata dalla fatica e fa tutto questo perché crede saldamente nel valore del proprio lavoro. I danni maggiori sono dei coltivatori diretti che rischiano di vedere le loro attività chiuse o in così forte perdita da trovare difficile rialzarsi. Le loro stime sulle perdite sono disastrose.

Il ministero nega alle Regioni colpite dalla peronospora lo stato di calamità naturale perché tale stato non sussisterebbe in quanto, nel trimestre aprile-giugno 2023, le piogge che hanno imperversato, avrebbero solo favorito la diffusione della peronospora della vite e non sarebbero quindi la causa diretta della perdita del raccolto.

Questo dovrebbe togliere ogni dubbio nei riguardi dello stato di emergenza dichiarato dal Governo il 28 agosto scorso e sui conseguenti fondi elargiti ad alcune regioni italiane e ad alcune province tra le quali Chieti, Pescara e Teramo. “Si è fatta grande confusione – hanno dichiarano il presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio e il suo vice con delega all’agricoltura Emanuele Imprudente – conseguenza di ignoranza oppure goffo tentativo di strumentalizzazione politica ed elettorale: la dichiarazione dello ‘stato di emergenza’ da parte del Governo nazionale per le province di Teramo, Chieti e Pescara, è relativa ai danni segnalati dai comuni alla Protezione civile regionale, generati dal dissesto idrogeologico e non quelli causati dal maltempo al settore agricolo.”

Infatti il governo ha stanziato per il dissesto idrogeologico nelle sole tre province di Chieti, Pescara e Teramo più di 4 milioni di euro. Per i danni causati dalla peronospora quanto avrà stanziato?

Il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha stanziato un milione di euro con il pacchetto di decreti "Omnibus" per sostenere le aziende viticole colpite dalla peronospora. Un milione di euro che, come dichiarato da Cia "è quota irrisoria per affrontare da Nord a Sud Italia, un problema che è già emergenza".

A chi andrà, comunque, la cifra messa a disposizione dal ministero? Ai contadini? Alle imprese? Alle cantine? Ai Comuni? Alle Regioni? No. Il finanziamento andrà interamente ad Ismea, l'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.

L'Ismea realizza "servizi informativi, assicurativi e finanziari e costituisce forme di garanzia creditizia e finanziaria per le imprese agricole e le loro forme associate, al fine di favorire l'informazione e la trasparenza dei mercati, agevolare il rapporto con il sistema bancario e assicurativo, favorire la competitività aziendale e ridurre i rischi inerenti alle attività produttive e di mercato".

In poche parole si occuperà dei prestiti a tasso agevolato per i coltivatori e le aziende, come confermato dal presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, che dichiara: "Il milione di euro stanziato dal dl Asset andrà, esclusivamente, ad Ismea per supportare le imprese agricole danneggiate con un contributo in "conto interessi" a fronte di finanziamenti bancari fino a sessanta mesi, sostenuti delle stesse per condurre l’attività. La vigna italiana – conclude Fini - è letteralmente sotto attacco della malattia fungina della vite. I soldi pubblici utilizzati dal Governo serviranno per pagare parte degli interessi sui finanziamenti che Ismea fara a contadini e imprese agricole. Finanziamenti e prestiti che saranno quasi obbligati a chiedere visti i pronostici della stagione di vendemmia e le prime disastrose settimane di raccolta".

Il vicepresidente della Regione, con dlega all'Agricoltura, Emanuele Imprudente, sui danni della peronospora, spiega: "Come Regione abbiamo già messo a disposizione 2 milioni e mezzo di euro con un prestito di conduzione a tasso agevolato. Negli anni precedenti erano stati messi a disposizione solo 50 mila euro". E alla nostra domanda sul milione messo a disposizione dal governo risponde: "Non abbiamo ancora ricevuto istruzioni in merito”. 05 sett. 2023

MARIANO PELLICCIARO

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