Il Montepulciano d’Abruzzo diventa marchio collettivo nazionale e, tra poco, anche internazionale. A renderlo noto è il Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo, a seguito di una decisione dell’Ufficio italiano brevetti e marchi (Uibm), che pone fine a una "lite" durata cinque anni con il Consorzio toscano di tutela dei Vino nobile di Montepulciano. A dirimere la diatriba è stato l’Ufficio italiano marchi e brevetti che ha stabilito come le due denominazioni siano diverse, dal momento che il "Vino Nobile di Montepulciano” identifica l’area geografica di produzione – ossia il comune toscano di Montepulciano, mentre nel marchio "Montepulciano d’Abruzzo", la stessa parola contraddistingue esclusivamente il vitigno. "Si tratta - dice Valentino Di Campli, presidente Consorzio tutela vini - di un importante traguardo per tutti i produttori regionali, che ben mezzo secolo hanno contribuito alla valorizzazione del vino simbolo dell'Abruzzo". E' stato un obiettivo difficile da raggiungere. "Dopo cinque anni di battaglie a suon di carte bollate, - evidenzia Di Campli - iniziate con il deposito il 15 gennaio 2013 della richiesta di registrazione di marchio nazionale collettivo Montepulciano d’Abruzzo per rivendicare nella classe 33 il prodotto vini, finalmente l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) rende definitiva la sentenza della Commissione ricorsi. E la notizia giunge proprio nel momento migliore: quello in cui la denominazione festeggia i cinquant’anni".
Anche l’ex assessore alle Politiche agricole della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, interviene nel commentare l’annosa vicenda giudiziaria che si è avviluppata intorno al riconoscimento del marchio: “Questa sentenza - afferma - è la controprova che quello che avevamo sottoscritto del 2012, attraverso un apposito Protocollo di intesa tra Consorzio di tutela vini d’Abruzzo, Consorzio di tutela del vino nobile, Regione Abruzzo, Regione Toscana e ministero delle Politiche agricole, ossia il riconoscimento di entrambe le denominazioni a livello di identità territoriali e di mercato, la loro coesistenza ed il reciproco rispetto, era la strada giusta. Probabilmente – tuona Febbo - i toscani si sono dimenticati degli impegni assunti quel giorno al ministero ed hanno cercato in tutti i modi in questi cinque anni di ostacolare i legittimi e dovuti passaggi tecnici che il Consorzio ha attivato per la tutela del nostro Montepulciano”.
Dino Pepe, attuale assessore alle Politiche Agricole, rivendica i risultati incoraggianti delle vendite nazionali ed internazionali dei vini abruzzesi, ed in particolare del Montepulciano. "Basta guardare i dati dell’export vitivinicolo del 2017 (oltre 170 milioni di euro con un + 13,2% sul 2016) per capire che oggi i nostri vini sono richiesti ed apprezzati in tutto il mondo”. Secondo Pepe, il successo odierno del Montepulciano d’Abruzzo è il frutto del lavoro delle migliaia di viticoltori e delle oltre duecento cantine che producono prodotti di alta qualità, supportate dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, “che porterà – chiarisce l’assessore - a partire dal prossimo dicembre anche ad apporre la fascetta ministeriale sulle bottiglie delle nostre principali denominazioni, segnale molto forte da parte del mondo produttivo regionale poiché teso a rafforzare il concetto di origine e di qualità dei nostri vini”.
E, in questi giorni, è stata annunciata anche la pubblicazione della Guida dedicata al vino Montepulciano d’Abruzzo realizzata dal quotidiano Repubblica, in collaborazione con Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, nell’ambito della collana Italia del Vino. Spiega Di Campli: “Questa guida nasce con l’obiettivo di raccontare una denominazione regionale che quest’anno compie 50 anni e si colloca definitivamente tra i grandi rossi italiani come un vino importante e poliedrico, in grado di assecondare il territorio da cui proviene. Per una volta – dichiara - un progetto multimediale si traduce in un volume cartaceo”.
La guida è disponibile da oggi nelle edicole, al prezzo di 4,90 €, più il costo del quotidiano allegato.
19 luglio 2018
Alessandra Rambaldi
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