Nei mesi di lockdown, anche a causa della quarantena passata in casa a causa del coronavirus, il consumo di vino è aumentato "in modo marcato".
A dirlo è uno studio condotto dall'Euawe, l'Associazione europea di economisti del vino e dall'Università di Bordeaux, grazie a un sondaggio realizzato in Spagna, Belgio, Italia, Francia, Austria, Germania, Portogallo e Svizzera. Al lavoro (basato su un campione di 6.600 risposte) hanno partecipato anche ricercatori delle Università di Verona, Padova, Bologna e della Liberà Università di Bolzano.
In Francia l'aumento al consumo è stato più pronunciato, ma in Spagna, Italia e Portogallo nelle fasce d'età più anziane la tendenza a consumare vino è risultata maggiore. Secondo i ricercatori fattori come il reddito familiare e il non avere figli a casa hanno contribuito ad accrescere i consumi. I risultati hanno evidenziato, comunque, una riduzione di spesa per le bevande alcoliche, con una diminuzione "significativa" del prezzo medio di acquisto del vino. Oltre l'80% degli intervistati non ha acquistato vino on line, ma a farlo per la prima volta è stato l'8,3% degli italiani, il 6,6% degli spagnoli, il 5,2% dei portoghesi e il 4,6% dei francesi. Inoltre, c'è stata una "esplosione del fenomeno delle degustazioni digitali" guidate attraverso webinar. Questo fenomeno è stato "rilevante" tra i giovani studenti italiani e tra i francesi giovani e adulti tra i 30 e i 50 anni.
Invece il 33% degli italiani ha consumato più verdura e il 22% ha bevuto più acqua, ma allo stesso tempo il 44,5% ha ammesso di aver mangiato più dolci e il 16% di aver bevuto più vino. Emerge dall'Osservatorio sulle eccedenze e sugli sprechi alimentari del Crea Alimenti e Nutrizione che ha condotto un'indagine nazionale. Un periodo che è stata anche l'occasione per sperimentare nuovi cibi (40%) e nuove ricette (31%), migliorando le proprie abitudini alimentari (24%) e maturando modi ecosostenibili, come fare la raccolta differenziata 86%, conservare e consumare alcuni cibi acquistati in eccesso 83%, oppure mangiare tutto, inclusi gli avanzi 80%. Secondo lo studio il 44% degli intervistati è aumentato di peso per il maggiore apporto calorico correlato a una minore attività fisica, che ha riguardato il 53% del campione. Dato che viene confermato dall'esigenza di mettersi a dieta, espressa in oltre il 37% dei casi.
"Le limitazioni imposte dalla quarantena non hanno avuto effetti totalmente negativi sull'alimentazione", spiega la coordinatrice dell'Osservatorio, Laura Rossi, precisando che "a fronte dell'aumento di comfort food (dolci), abbiamo però anche maggiori quantità di frutta, verdura e soprattutto legumi con +26,5% e di olio di oliva +22%". Insomma il tempo trascorso in cucina è stato orientato anche alla preparazione di piatti con ingredienti salutari.
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