"Dedico questo premio a mio padre che nasce nel 1926 e muore nel 2010 e lo faccio nascere e uscire dal mondo come Liborio. Questa sera mancava solo lui, avrei davvero voluto che ci fosse. Liborio è una voce che, raccontando se stesso, racconta un secolo di storia e lo fa da una periferia esistenziale e dà voce a quelli che non hanno voce, agli ultimi della fila, agli emarginati".
Così lo scrittore Remo Rapino, di Lanciano (Ch), che con il suo matto che "riesce a comprendere il mondo", ha vinto a sorpresa il Premio Campiello 2020. Il suo 'Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio', edito da Minimum Fax, ha avuto 92 voti sui 264 espressi dalla Giuria dei Lettori anonimi, con un grande stacco su tutti gli altri autori. "E' stata un bella cosa guagliò... Un vero e proprio regalo che ho ricevuto. Un viaggio come nella poesia di Kavafis. Sono felice di essere felice", aggiunge Rapino. E ancora: "E' un libro di porte aperte, non di muri alzati, che tende ad accogliere l'altro. E' un atto d'amore per l'umanità, per tutta l'umanità".
La finale dell'ambito riconoscimento letterario, con la proclamazione, si è tenuta a Venezia nella splendida cornice di piazza San Marco. (LEGGI ANCHE)
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