Morte in fabbrica. Quel 'colpo' secco al cuore che ha ucciso Roberto Caporale. Sabato i funerali a Lanciano

Un colpo secco e morte istantanea per Roberto Caporale, 47 anni, di Lanciano (Ch), operaio precario, con contratto di somministrazione. L'incidente sul lavoro che lo ha stroncato si è verificato, lo scorso 15 gennaio, all'interno dello stabilimento Proma Spa di Monte Marcone di Atessa (Ch).

L’autopsia, eseguita oggi a Chieti dal medico legale Pietro Falco, ha stabilito che il decesso è avvenuto per trauma toracico chiuso con contusione violenta al polmone sinistro, cuore e arteria, con la morte seguita ad un arresto cardiaco irreversibile.

Per la parte offesa ha preso parte all’esame necroscopico il medico legale Domenico Angelucci. 

Lunedì Roberto è stato ammazzato da un tubo metallico, di 20 centimetri di lunghezza e due chili di peso, finito accidentalmente in una pressa vicino alla sua postazione di lavoro e poi espulso violentemente. Il pezzo di tubo gli è piombato addosso: schizzato fuori dal macchinario, lo ha preso in pieno torace uccidendolo.

L'azienda si occupa di assemblaggio e stampaggio di componenti per autoveicoli. Per questa tragedia è indagato per omicidio colposo il responsabile aziendale Al. T., difeso d’ufficio dall’avvocato Giacinto Ceroli, mentre la famiglia di Roberto è patrocinata dall’avvocato Michele Di Toro. 

I funerali della vittima, che abitava in Via per Treglio, si terranno sabato mattina, alle 10, nella Cattedrale della Madonna del Ponte a Lanciano (Ch).  18 gen. 2024

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