Colpito da un tubo metallico che è stato espulso, inaspettatamente e con violenza, da una pressa vicino a cui stava lavorando. Una "saetta" arrivata dritta al torace e per Roberto Caporale, 47 anni, di Lanciano (Ch), non c'è stato scampo.
E' morto così, questa mattina, in fabbrica. Erano circa le 11 quando si è verificato l'infortunio, alla Proma Spa, nello stabilimento metalmeccanico di Monte Marcone, che produce strutture metalliche per il settore automotive, anche per Stellantis, quindi per la ex Sevel.
L'operaio, figlio di Dario, ex segretario comunale di Lanciano, si è accasciato ed è rimasto lì esanime. Inutili i soccorsi, prima dei colleghi, e poi degli operatori del 118, arrivati sul posto con l'ambulanza e che, nel frattempo, avevano allertato l'elicottero da Pescara. Lesioni "irreversibili al tronco" in brevissimo lo hanno portato al decesso, dicono i primi accertamenti dei carabinieri della compagnia di Atessa, che si stanno occupando delle indagini. Sul posto anche gli ispettori Asl. Il macchinario che ha causato la disgrazia è stato posto sotto sequestro. La salma, su disposizione della Procura di Lanciano, è stata trasportata all'obitorio dell'ospedale di Chieti per l'autopsia.
"Angoscia, sgomento e rabbia sono i sentimenti che viviamo e che ci spingono ad alzare, ancora di più, il livello di impegno contro questa vergogna", commentano, in una nota, Fiom Cgil Chieti e Fim Cisl Abruzzo-Molise, oltre alle Rsu/Rls della Proma. "Ancora una sorte atroce per un lavoratore precario - spiegano - che sperava di poter ottenere un posto fisso. Troppo frequentemente, - sottolineano - queste tragedie evidenziano la mancanza di adeguate misure preventive e di sistemi necessari per garantire la protezione e la sicurezza. Le iniziative di sensibilizzazione riguardo alla sicurezza vengono spesso considerate costi invece che investimenti nelle persone e nel loro futuro. E' essenziale potenziare l'attività ispettiva". Per oggi indette, alla Proma, alcune ore di sciopero, "da effettuarsi nelle ultime due ore di ciascun turno”. "Un lavoratore quando esce di casa deve poter tornarci, riportando il frutto del lavoro ai propri cari".
E sulla stessa linea è L'Usb, Unione sindacale di base: "Il 2023 - rimarca Romeo Pasquarelli - è stato un anno orribile per l’Abruzzo che è risultata la regione con il maggior incremento di morti sul lavoro rispetto al 2022, anno in cui era già salito il numero rispetto al 2021. Ribadiamo che la politica deve intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi consiliari regionali, che è necessario potenziare gli organici degli enti di controllo e delle Asl e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole. Naturalmente ribadiamo con forza che bisogna introdurre un reato specifico nella legislazione: il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime. A tal proposito da mesi stiamo raccogliendo firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare che dovrà impegnare il Parlamento in tal senso". 15 gen. 2024
SERENA GIANNICO
Hanno collaborato ALESSANDRO DI MATTEO e GAETANO D'ALESSANDRO
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