'Impresa' al femminile per il mercato della droga gestito da donne marocchine su Lanciano e comuni frentani, dall’entroterra alla costa. Arrivano durissime condanne, totale 22 anni e 4 mesi di reclusione, inflitte, col rito abbreviato, ai primi sei imputati, dal giudice delle udienze priminari del tribunale di Lanciano, Giovanni Nappi.
Nell’operazione dei carabinieri sul traffico in rosa degli stupefacenti, denominata “Hamsa” (in arabo numero 5, come i marocchini a capo dello spaccio) erano in particolare 4 le donne (nonna, due figlie e una nipote) a condurre l’organizzazione. Lo scorso 7 ottobre c'è stata l’emissione di 9 provvedimenti cautelari e 25 indagati totali con sequestro complessivo di 13 chili di stupefacenti tra hashish, cocaina, marijuana, ecstasy, lsd, e 10 mila euro in contanti.
Il gruppo, con base operativa ad Altino (Ch), acquistava 80 kg di droga ogni tre mesi. In particolare l’hashish giungeva dal Marocco attraverso un intermediario di Modena. Pur cadendo l’aggravante dell’ingente quantità in più riprese d’indagine, il gup ha condannato a sei anni Mina Laaouine, 60 anni; a 4 anni la figlia Samira Falihy, di 39, e a 3 anni e 4 mesi la nipote Amal Dahouk, 20 anni, e Salvatore Bonagura, di 30, originario della Puglia. Infine due anni e 8 mesi a testa per Giuseppe De Laurentiis, 38 anni, di Roccascalegna (Ch), e Matteo Diomedes, 20 anni, pure pugliese domiciliato ad Altino. Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Alessandro Orlando, Enzo Basile e Simone Liberatore preannunciano ricorso in Appello contro la pesante stoccata, che di fatto ha accolto le dure richieste del pm Serena Rossi.
L’illecita attività stroncata dai carabinieri di Lanciano, diretti dal capitano Vincenzo Orlando, ha riguardato le zone comprese tra Casoli-Selva di Altino e Lanciano fino ad arrivare sul litorale. Anche sul ruolo delle donne il gip motivò i provvedimenti per "i reiterati e sistematici episodi di spaccio con azione di allarmante capacità criminale, tanto da divenire punti nodali per la detenzione e commercio di stupefacenti sul mercato locale". Per la stessa operazione un’altra decina di imputati compariranno dinanzi al tribunale collegiale, con procedimento stralcio. L’ indagine partì a gennaio 2019 in parallelo con l’operazione "Lost signal" (Segnale ccomparso), poi sdoppiatasi, che poi a settembre ha portato all’arresto di 4 cittadini di Lanciano.
Anche l’inchiesta "Hamsa" è stata laboriosa con pedinamenti e migliaia di ore di intercettazioni telefoniche e ambientali e video riprese delle zone dove si spacciava, quindi auto dei pusher tenute sotto controllo dai gps. L’indagine del Norm di Lanciano è stata difficile anche per tradurre le conversazioni fatte in arabo. In totale "Hamsa" ha prodotto 11 arresti. Lo stesso gup Nappi ha poi rinviato a giudizio al 9 febbraio 2021, per spaccio di marijuana, sequestro di persona e lesioni, i fratelli lancianesi Alex e Ivan Spinelli, di 25 e 32 anni, difesi dall’avvocato Daniela Giancristofaro. Il 29 aprile 2017 avrebbero privato della libertà T.M., 32 anni, trattenendolo in una casa di Villa Elce a Lanciano e, tenendolo bloccato con le ginocchia, colpito con pugni e calci. Prognosi 22 giorni per vari traumi.
Walter Berghella
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