Coronavirus. Abruzzo. 'Niente contrasti, no marcatura a uomo': la Regione riscrive le regole per calcio e basket. E' polemica nazionale

C'è voluta l'ordinanza 72 della Regione Abruzzo, post lockdown da coronavirus, a scatenare polemiche, a livello nazionale, nel mondo del calcio. E non solo.

Il provvedimento, di ieri, 10 giugno 2020, a firma del presidente Marco Marsilio, detta una serie di "norme" per gli sport di squadra a livello amatoriale. E sono le seguenti.

Per calcio e basket: è vietato sputare o starnutire a terra, bensì sarà possibile farlo in un fazzoletto; è vietato il recupero fisico da seduti o sdraiati nell’area di gioco; i portieri potranno toccare il pallone con le mani solo se indossano i guanti che devono essere comunque igienizzati prima e dopo la partita; il pallone potrà essere “recuperato” solo tramite “intercetto” e non tramite il “contrasto”; sono vietate le “scivolate”; è vietata la “marcatura ad uomo”. 

Modalità di gioco per la pallavolo e per il beach volley. Gli atleti indosseranno guanti igienizzabili prima e dopo la pratica sportiva; è vietato sputare o starnutire a terra, bensì sarà possibile farlo in un fazzoletto; è vietato il recupero fisico seduto/sdraiato nell’area di gioco; è vietato “invadere” il campo opposto.

Una iniziativa che non è piaciuta al presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, peraltro abruzese: "Non riscriviamo le regole del calcio, solo l'Ifab può farlo per conto della Fifa", il suo commento. "Il ministero per lo Sport - aggiunge - ha emanato i protocolli per l'attività di base su indicazione del Comitato tecnico-scientifico e mi auguro che si adottino ovunque, scrupolosamente, perché l'auspicata ripartenza dell'Italia, così come quella del calcio, possa avvenire in maniera unitaria su tutto il territorio nazionale nel rispetto della tutela della salute".

In attesa del via libera per gli sport amatoriali da parte del Governo, l'ordinanza dell'Abruzzo è valida fino al 31 luglio prossimo, e permette la riapertura dei centri e dei circoli sportivi non affiliati a nessun organismo sportivo riconosciuto, ma a far discutere è il protocollo da seguire per lo svolgimento dell'attività e soprattutto le modalità di gioco. Per Massimo Oddo, campione del Mondo nel 2006, pescarese doc, ex tecnico del Pescara, con cui ha vinto quattro anni fa il campionato di B, l'ordinanza in questione "è come dire che non si può giocare. Non si possono credo, e lo dico senza nessuna polemica ci mancherebbe, fare le cose a metà. In questo modo e con queste prescrizioni - le parole dell'ex difensore - diventa impossibile praticare uno sport che è di squadra, come il calcio".

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