Presidenza Lancianofiera e rinuncia Di Fonzo. Da Di Domenico ancora tuoni e fulmini
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La rinuncia di Donato Di Fonzo a presidente di Lancianofiera non placa le polemiche. Anzi... La conferenza stampa (nelle foto) di Di Fonzo e del sindaco Filippo Paolini in cui è stata annunciata la decisione di non accettare la carica più alta ai vertici del Consorzio Fiera, scatena, ancora una volta, l'ira dell'avvocato Marco Di Domenico. Tuoni e fulmini...

"Sorprendono - afferma in una nota - le dichiarazioni del sindaco e dei personaggi che, con la presidente del Consiglio comunale, Gemma Sciarretta - silente ma presente - sedevano al tavolo della conferenza stampa indetta per stupire la città". Di Fonzo si è lamentato per le critiche e i toni politici che gli sono stati riservati all'annuncio della sua nomina. "Ma di volgare - afferma Di Domenico - in questa vicenda vi è solo l'aver osato pensare di nominare il "compagno" della Sciarretta alla presidenza della Fiera".

E indice puntato contro Sciarretta anche per i suoi continui e ripetuti attacchi alla stampa... "intimidendo alcune giornaliste, pretenderebbe di silenziare il diritto di cronaca...". 

"Non può essere volgare - continua - stigmatizzare innegabili evidenti pressioni del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in favore di Di Fonzo. Né è volgare aver ricordato che Donato Di Fonzo era stato revocato da Paolini 13 anni fa perché i suoi bilanci erano in perdita e in ritardo, tanto che il sindaco Pupillo, nel 2011, voleva depositare i libri sociali in Tribunale per il fallimento, ma, poiché Di Fonzo era divenuto suo alleato di governo, ci ripensó e l’Ente venne rimpinguato. Neppure volgare è aver ricordato che fu determinante per la vittoria del centrosinistra nel 2011". Ora invece se ne "fa carico Fratelli d’Italia dopo aver inglobato altri variopinti personaggi".

"L’etica politica avrebbe imposto di non arrivare neanche a pensarla quella nomina (ora vittimisticamente declinata) nel rispetto della correttezza, specchiatezza e trasparenza per non creare imbarazzi , evitare ombre, sospetti, contaminazioni".

"Gabriele Di Bucchianico, Fdi, proveniente dall'Italia dei Valori, dopo aver innescato dissapori ed equivoci su LancianoFiera sponsorizzando Antonella Troiano (candidata alla segreteria del Pd, ma vicina a lui ed a qualche candidato 'autonomo', non eletto, di Nuova Lanciano), seppur carente dei requisiti del Bando, si profonde in un buffo richiamo al ‘treno in corsa’ (e Di Fonzo lo corregge con ‘autobus in corsa’), per giustificare goffamente che il loro partito, Fratelli d'Italia, aveva individuato a salirci ed a guidare proprio colui che tredici anni addietro ne era disceso per averne fuso i motori mentre era in corsa verso il precipizio della... bancarotta. E di triste in questa brutta pagina della storia della città vi è solo la totale mancanza di buon gusto..."

"E cosa ne pensa il gruppo di maggioranza della chiosa di Paolini “Per me quello che conta è sempre è il direttore, più che il presidente, che per me è e sempre sarà Bruno Di Ciano...".

"LancianoFiera, dopo la storica era dell'ingegner Mariano De Cecco, è stata in balia di alcuni prodotti del panorama politichese che l’hanno scambiata per un trampolino di lancio per l’orbita politica, onde collocarsi, accomodarsi, fare fuffa e creare danni".  05 gen. 2024

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