LancianoFiera. Di Fonzo verso la presidenza, Di Domenico infuriato chiede gli atti

Il polverone che si sta sollevando sulla questione fiera, dopo le dimissioni dell’ex presidente Donato Di Campli candidato con la Lega alle prossime Regionali, sta andando oltre le previsioni.

Il presunto ritorno di Donato Di Fonzo (come Abruzzolive.tv aveva scritto alcuni giorni fa) alla guida dell’Ente ha scatenato un vero e proprio putiferio. A partire all’attacco è l’avvocato Marco Di Domenico, ex assessore della seconda Giunta Paolini e tra i 19 candidati alla manifestazione di interesse pubblicata dall’amministrazione comunale circa due anni fa per ricerca e selezione di un presidente dell’Ente Fieristico, che dopo mesi di silenzio, tuona pesantemente contro il sindaco Filippo Paolini.

E non si è limitato a commenti e dichiarazioni, ha fatto di più, ha chiesto l’accesso agli atti con una pec inviata al Comune sabato 16 dicembre. E ha intenzione di fare la stessa cosa per le nomine all’Anxanum Servizi Spa. Fermamente deciso ad approfondire l’intricata questione e cercare di fare chiarezza sui criteri che il primo cittadino intende adottare.

“La nomina di Donato Di Fonzo a Lancianofiera avviene su base fiduciaria, dal punto di vista del curriculum personale, professionale amministrativo? Appare piuttosto evidente che è emersa sulla base di pressioni da parte di esponenti di Fratelli d’Italia e della sua rappresentanza consiliare. Lancianofiera dunque è oggetto di ricatto politico?", chiede senza mezzi termini Di Domenico, che si è allontanato da Fratelli d’Italia per divergenze con alcuni esponenti locali del partito. Parla di "spartizioni e poltrone", di "eclatante conflitto di interesse" riferendosi al "legame sentimentale tra Gemma Sciarretta, presidente del Consiglio comunale e Donato Di Fonzo. "Devo ricordare che lo stesso Paolini nel 2009 - afferma - revocò l’incarico all’allora presidente della Fiera Donato Di Fonzo che era stato scelto nel 2005. Adesso invece sotto il ricatto di Fratelli d’Italia è pronto a riaffidare l’ente nelle mani di chi anni fa non aveva ritenuto più adatto a rivestire quel ruolo".

"Da cittadino, da avvocato, da ex amministratore non posso rimanere in silenzio ed esprimo il mio profondo sdegno per l’indecoroso spettacolo a cui si assiste, in un tira e molla di ricatti, di nomine e di incarichi che sta esasperando i cittadini e stride con la logica, il buon senso, la coerenza, la legittimità, la trasparenza”: Di Domenico invoca il ritorno all’etica della politica e definisce la destra locale “mistica faccendiera e allo sbando” e invita il sindaco a “fare gli interessi della città e non smisti il traffico e il valzer delle poltrone”. Un attacco durissimo, che Di Domenico conferma insieme alla volontà di voler andare avanti con il prioritario obiettivo di illuminare le zone d’ombra e di mandare all’aria accordi più o meno sotterranei che poco hanno a che fare con il bene della comunità e nel caso specifico con l’interesse del Polo Fieristico. 

L’ex assessore non intende fare sconti ora che dalla calma piatta ha scatenato una tempesta con il relativo e prevedibile corollario di commenti e considerazioni. Anche da parte dell’opposizione consiliare. “Quello che emerge dalle dichiarazioni di un protagonista della storia amministrativa della città e del direttivo di Fratelli d’Italia è molto grave e impone da parte del sindaco alcune spiegazioni – scrive in una nota il consigliere del pd Leo Marongiu – dall’inizio si è contraddistinto con nomine e scelte fiduciarie molto discutibili e le ultime dichiagrazioni di Paolini sulla Fiera, sulla necessità di confermare persone prese con contratto interinale e che facevano riferimento alla galassia del centrodestra degli anni 2000, non fanno che confermare che siamo arrivati al limite dell’opportunità politica o della scelta fiduciaria. Dall’ultimo consiglio comunale ho chiesto la documentazione ufficiale dell’ultimo Cda della Fiera e non ancora ricevo nulla, così come sempre sulla Fiera ho richiesto un sopralluogo come opposizione consiliare, dallo scorso ottobre per visitare i locali ristrutturati con 100 mila euro di fondi Covid e senza destinazione a causa del pasticcio tra Schael e Paolini. Ora – conclude - in attesa delle nuove nomine in fiera rimango attonito e preoccupato dalla piega clientelare ed elettorale di questo nuovo sistema che sembra emergere dalle ultime affermazioni dell’ex assessore Di Domenico”.

Paolini dal canto suo, sentito da Abruzzolive.tv, spiega: "Non ho ancora nominato nessuno, troppi impegni. Probabilmente lo farò in settimana, non prima però di aver parlato con il candidato interessato". 19 dic. 2023

PINA DE FELICE

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