"Solo se resta struttura ospedaliera, seppur ridotta e essenziale, il "San Camillo de Lellis" può avere un futuro solido e credibile". Così il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, dopo l'incontro avuto giovedì scorso con l'assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, arrivata ad Atessa nel suo tour negli ospedali d'Abruzzo. Un confronto a tratti anche duro. "Ringrazio l'assessore Verì per essere venuta anche da noi - afferma Borrelli -. E' stato un incontro interlocutorio - prosegue -. I nuovi amministratori della Regione devono ancora dirci - dopo aver fatto le proprie valutazioni - se vogliono proseguire o no sulla strada intrapresa, che è quella del riconoscimento di ospedale di area disagiata".
Punto su cui il primo cittadino ha insistito. "E' il "minimo sindacale", - fa presente - all'interno della legislazione vigente e dopo tutte le dolorose vicende vissute nell'ultimo decennio. Anche altri Comuni vogliono lo stesso: c'è richiesta di assistenza sanitaria puntuale ed efficace".
"La nostra richiesta è quella di un territorio - torna a sottolineare Borrelli. Le nostre istanze sono quelle del territorio. E' stata sostenuta da tutte le forze politiche cittadine e soprattutto da oltre trenta sindaci, in una memorabile seduta del consiglio comunale. Alcuni di questi amministratori ci sono stati vicini anche in occasione dell'incontro Verì. Ringrazio in particolare il sindaco e il vicesindaco di Castiglione Messer Marino, i sindaci di Tornareccio, Perano, Mozzagrogna, Altino, Paglieta e Quadri".
"Noi siamo - rintuzza il primo cittadino - ancora presidio ospedaliero. E' stata presentata una ricca e inoppugnabile documentazione, a Roma, per riconoscere il nostro diritto a essere ricompresi nella rete ospedaliera regionale. Dobbiamo solo completare il percorso di presidio di area disagiata. Altri nosocomi, invece, sono stati chiusi e riconvertiti, già nel 2011, in strutture per l'assistenza a pazienti anziani cronici. L'ospedale, come si sa, si occupa di malati acuti. Sono cose diverse. Penso che per i piccoli ospedali vada rivista la legge Lorenzin. Chi ha detto, in campagna elettorale, che li avrebbe riaperti tutti, ha fatto promesse da marinaio e ora si scontra con la realtà".
La faccenda ospedale è tornata ad infiammare anche i social. E c'è chi propone di boicottare il voto delle Europee di domani per protestare contro la "presa per i fondelli", di centrodestra e centrosinistra, che hanno fatto solo promesse... "Non penso che sia questa la forma di protesta più utile e azzeccata. Noi, come movimento civico, abbiamo lottato e manifestato sia con il centrodestra che con il centrosinistra al governo della Regione. Qualche passo avanti, nonostante tutto, è stato fatto. Seguiamo un criterio semplice e trasparente: "sinistra, destra, l'ospedale resta". Meglio non abbandonare la lotta che disertare le urne".
Da Verì l'ipotesi di far diventare Atessa un punto di riferimento per la Medicina del lavoro. Proposta respinta e cestinata subito. "Noi siamo aperti al dialogo e al confronto, ma non vogliamo tornare indietro. Abbiamo portato avanti una richiesta ragionevole, solida e fattibile. Non chiediamo la luna. Riproporre la Medicina del lavoro, già prospettata in epoca Paolucci, che nella realtà sarebbe poco più di un ambulatorio, o pensare di rivitalizzare altre vecchie promesse, non è la soluzione. Ci siamo già passati. Quando portarono, in Atessa, la Fisio-Riabilitazione ex articolo 56, come "compensazione" per la perdita dei primari di chirurgia e ortopedia, fu assicurato, dalla Regione e dalla Asl, che sarebbe diventata una struttura di eccellenza di tutta la provincia di Chieti. Andate a vedere adesso come è ridotta! Noi siamo e vogliamo restare presidio ospedaliero. Naturalmente si possono aggiungere altri servizi e altre discipline, oltre quelli previsti per l'area disagiata, ma non in sostituzione del presidio ospedaliero".
"Riciclare vecchie ipotesi fallite o insoddisfacenti non può portarci a rinunciare a un presidio ospedaliero - con Pronto soccorso h24, area medica, area chirurgica, radiologia, poliambulatori, etc. - che è già a buon punto e deve essere solo consolidato, con una spesa tutto sommato modesta, per garantire la sicurezza e l'efficienza delle cure anche a una popolazione che vive tutti i problemi dell'entroterra montano".
@RIPRODUZIONE VIETATA
Nelle foto l'ospedale di Atessa e l'incontro con Verì