Costa dei Trabocchi. 'Regolamentare la 'Via Verde' è competenza della Regione'

E’ un fuoco di fila in questo fine anno sulla contestata bozza di regolamento della Provincia di Chieti sulla "Via Verde" della Costa dei trabocchi, 42 chilometri di tracciato da Ortona, agganciata a nord con Francavilla al Mare, fino a San Salvo.

Sul provvedimento, ritenuto "illegittimo" rispetto alle previsioni della legge regionale numero 5 del 30 marzo 2007, si è registrata una netta presa di posizione di numerose sigle e del cartello Tuviva (Tutela vie Verdi Abruzzo), a cui aderiscono una sessantina tra gruppi ambientalisti, associazioni di categoria e piccole imprese. Tutti contrari a trasformare la "Via Verde" in "un luna park a servizio di pochi privati".

A seguito delle proteste, la Regione (leggi documenti allegati all'articolo) è intervenuta imponendo un secco stop alla Provincia che - dicono gli ecologisti - "si era arrogata delle competenze non sue nel pianificare il futuro della 'Via Verde'". Il Dipartimento regionale Territorio e ambiente e pianificazione del paesaggio, in una lettera al presidente della Provincia, Mario Pupillo, e ai sindaci di Ortona, San Vito, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino e Vasto, comunica che il "coordinamento delle attività delle aree protette della Costa dei trabocchi" è di propria competenza. Quindi il compito di programmare non spetta alla Provincia che, in tal senso, viene invitata, "a sospendere ogni attività".

Ma arriva anche l’affondo della Cna Turismo Abruzzo, il cui presidente, Claudio Di Dioniso, afferma: "Si deve puntare alla forte attrazione che il percorso ha". La Confederazione nazionale dell’artigianato e delle piccole e medie imprese afferma che occorre ricondurre tutto "alle norme fissate dalla istituzione del Parco nazionale della Costa teatina, alla firma della Repubblica, Sergio Mattarella". Di Dionisio aggiunge: "L’intero testo del regolamento denota confusione e non indica alcun indirizzo futuro. Sembra una sorte di sintesi di norme condominiali che cerca di mettere d’accordo un insieme di esigenze locali, senza regolamentare nulla e senza preservare e valorizzare la destinazione d’uso naturale dell’infrastruttura". Per la Cna Abruzzo non si spiegano in altro modo norme che regolamentano la nascita di campi da bocce, paddle, beach volley oppure chioschi, ombreggi, parcheggi ad uso privato, di cui nessuno sente l’esigenza e che andrebbero a congestionare ulteriormente l’area. "La 'Via Verde' – precisa Di Dioniso - rappresenta invece uno straordinario strumento di recupero del patrimonio pubblico naturale. Ma se la consideriamo come parte del "Bike to coast" e della "Ciclovia Adriatica", allora andrebbero normate le regole di fruizione dell’intero tracciato".

Secondo la Cna "si evince la volontà della Provincia di trovare capitali per la manutenzione della struttura negli anni, un aspetto certo lodevole, ma sganciata dallo scopo che significherebbe utilizzare i proventi solo per la manutenzione e non per altro. Così la Cna suggerisce, attraverso la promozione di specifiche attività, ... "di concedere l’uso dei manufatti vecchi e nuovi ad attività e start up di scopo, come ciclofficine, bici grill, nolo attrezzatura e bici, ma non ai risciò che creerebbero problemi di sicurezza, guide, info point, smart transfer, attività escursionistiche mare – monti, chiedendo un affitto basso con obbligo di mantenimento ordinario dell’area. E poi parcheggi di scambio contingentati, a pagamento, di utilizzo pubblico e non privato, gestione di spazi pubblicitari regolamentati e occupazione del suolo pubblico per organizzare eventi, facendo ricorso alla norma di scopo di soggiorno, aumentandola di 50 centesimi su tutta la costa".  30 dic. 2020

Walter Berghella

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