Metanodotto Snam Sulmona-Foligno. Preoccupazione a Paganica: ‘Temiamo l’irreversibile’
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L’Amministrazione dei Beni di Uso Civico Paganica – San Gregorio (Asbuc) ha espresso parere negativo riguardo alla costruzione del metanodotto Snam Sulmona - Foligno. Un impianto di raccolta, trasporto e distribuzione del gas naturale che interesserà il territorio di Paganica (Aq) per ben 7 chilometri, con un totale di quasi 40 ettari di territorio sottratti ad una comunità già a rischio in quanto situata sopra una faglia con un enorme rischio geologico.

“Il metanodotto Snam determinerà un impatto enorme, temiamo l’irreversibile, anche nel territorio di Paganica - dichiara Fernando Galletti, presidente ASBUC di Paganica e San Gregorio - con la distruzione di cave di tartufi, coltivazioni di zafferano e di sentieri, con il taglio di migliaia di alberi, comprese querce secolari. Il grosso tubo passerà su una faglia attiva, addirittura sotto il fiume Raiale e a meno di 200 metri dal celebre santuario della Madonna di Appari intersecando il sentiero attrezzato che è una affermata infrastruttura turistica, a pochi metri dalla chiesetta di San Pietro Celestino V, la cui area è stata da poco riqualificata e financo a pochi metri da abitazioni. Le cartografie che la società ci ha consegnato - continua Galletti -, sono pressoché illeggibili e non corrispondono in vari punti alle località interessate, non consentono una lettura di dettaglio, che invece è l’aspetto dirimente. Una cosa è però certa: non si tiene conto della fase del cantiere, che potrà durare molto tempo, e anche questo avrà un impatto enorme, pensiamo solo al fatto che ci saranno ampliamenti e modifiche del tracciato di sentieri e strade campestri, saranno distrutti certamente maceri e muraglie a secco, che vorrei ricordare, sono tutelate come bene storico e architettonico”.

Al rischi geologico dell’opera quindi e alla sottrazione dei terreni destinati all’agricoltura, si aggiungono la spaventosa vicinanza a siti di interesse storico e artistico, oltre che ad alcune strutture abitative, e la mancanza di risarcimenti appropriati per la comunità di Paganica. Queste le cause che avrebbero determinato il secco ‘no’ di Usi Civici.

“Per tutto quello che dovranno subire cittadini e imprenditori agricoli di Paganica la SNAM ha messo sul tavolo solo 100 mila euro – continua Galletti - per poi quantificare in secondo momento i cosiddetti ‘frutti pendenti’, ovvero i danni di lunga durata alle colture, a cominciare dalle tartufaie naturali dei boschi interessati all’opera. I proprietari delle coltivazioni del prezioso fungo ipogeo hanno già quantificato con una loro perizia, il danno in 50 milioni di euro, senza considerare il tartufo spontaneo, le cui cave andranno perdute e che sono una voce fondamentale per l’economia del nostro territorio. Inoltre va considerato che il catasto non è aggiornato all’attuale proprietà e ha nominativi vecchi di due generazioni: questo determinerà problemi per la titolarità degli eventuali risarcimenti” Vorremmo sommessamente ricordare che Paganica fa parte del Comune dell’Aquila – conclude Galletti-, che pure formalmente si è dichiarato contrario all’opera. Nonostante questo dal sindaco Pierluigi Biondi e dall’assessore all’Ambiente, Fabrizio Taranta, registriamo ad oggi solo un assordante silenzio. Si sono limitati a convocare i vari Usi civici, per invitarli ad alzare la posta con la Snam per quel che riguarda i risarcimenti. Invitiamo comunque ad un costruttivo confronto l’amministrazione comunale dell’Aquila, che spero sia consapevole dell’impatto sul suo territorio di questa opera”. 29 nov. 2024

 

MARIANO PELLICCIARO

 

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