Il Consiglio di Stato, Sesta sezione, accoglie il ricorso degli ambientalisti e sospende la delibera 181 del 2024 con cui la Giunta della Regione Abruzzo ha autorizzato l'uccisione, nell'Aquilano, dei cervi, cuccioli compresi.
Nell'ordinanza dei giudici si dice che: "Considerato che, sia pure in esito alla sommaria delibazione propria della fase cautelare, si apprezzano profili di possibile fondatezza del ricorso di primo grado, che meritano adeguato approfondimento specie con riferimento alla questione dell’omesso monitoraggio... La Regione può comunque valutare, coerentemente con la responsabilità civile sulla stessa gravante, l’adozione di misure per la prevenzione di incidenti stradali, come l’apposizione di recinzioni e la realizzazione di attraversamenti faunistici".
"Il Consiglio di Stato accoglie l'appello (ricorso numero: 7656/2024). Per l'effetto, in riforma dell'ordinanza (del Tar Abruzzo, ndr) impugnata, accoglie l'istanza cautelare in primo grado e sospende la delibera regionale impugnata. Ordina che la presente ordinanza sia trasmessa al Tar per la sollecita fissazione dell'udienza di merito".
Il ricorso è stato presentato da Wwf Italia, Lav - Lega Antivivisezione, Lndc Animal Protection.
"La gioia per questo risultato è immensa. Non solo per la salvezza dei 469 cervi, ma anche perché abbiamo fatto affermare un principio importante, quello della necessità di effettuare i monitoraggi che erano stati previsti in sede di Valutazione ambientale del Piano faunistico venatorio e che non sono stati effettuati", dice l'avvocato Michele Pezone, che ha curato il ricorso insieme al suo collega Francesco Paolo Febbo. "Si tratta di monitoraggi da eseguire anche su base annuale, per raccogliere indicatori sull'incidenza del prelievo dei cervi su altre specie particolarmente protette, come lupi e orsi. Devo dire - sottolinea il legale - che mai come in questo caso abbiamo sentito l'affetto e il sostegno dei cittadini di una intera regione che hanno seguito ogni passo di questa avventura e ci hanno fatto sentire la loro vicinanza".
"I cervi d’Abruzzo sono salvi - commentano le associazioni che hanno vinto il ricorso -. La vicenda aveva suscitato grande indignazione anche al di fuori del mondo animalista e ambientalista, raccogliendo appelli da parte di numerose personalità dell’arte e della cultura, oltre a 136mila firme con una petizione online e decine di migliaia di e-mail di protesta inviate all’amministrazione regionale".
"La Regione è completamente inadempiente da anni sull'obbligatorio monitoraggio del proprio Piano faunistico venatorio nell'ambito della Valutazione Ambientale Strategica (Vas). La Regione nel 2020 si era auto-vincolata, come d'altro lato prevede la norma europea sulla Vas, a monitorare l'applicazione del Piano faunistico attraverso la raccolta dei dati di decine di indicatori, tra cui lo stato delle popolazioni delle specie particolarmente protette come orso bruno, camoscio, lupo, aquila reale ecc..., ma non è mai stato fatto nulla": così Augusto De Sanctis, della Stazione ornitologica abruzzese e parla di schiaffo alla Regione.
"Da un lato - prosegue - sono contento di aver dato un contributo ma dall'altro vi è da rimanere basiti su come viene gestita la fauna selvatica nel nostro Paese, visto che anche alcuni tecnici di Ispra, come Genovesi e Riga, quest'ultimo che pure aveva scritto il Piano Faunistico regionale, avevano dato parere favorevole alla strage senza censurare il macroscopico buco nero che la Regione aveva nella raccolta dei dati ritenuti fondamentali proprio dall'istituto. Una figuraccia anche per Ispra, insomma. Fa specie pensare che la Regione abbia investito soldi e tempo degli uffici per fare sparare ai cervi quando non si censisce l'orso bruno dal 2014. La regione avrebbe dovuto monitorare anche le azioni di prevenzione del bracconaggio, il disturbo alla fauna derivante dall'attività venatoria e tanto altro. Questa ordinanza è importante anche sul monitoraggio di tante altre questioni ambientali, dai rifiuti alle coste, dall'acqua alle bonifiche. Il monitoraggio è fondamentale per decidere correttamente e non è un orpello".
"E' una simpatica coincidenza - ironizza Maurizio Acerbo, Rifondazione comunista - che la sentenza del Consiglio di Stato arrivi proprio nel giorno di San Martino, la festa dei cornuti. E' proprio la data giusta per rendere nota la sentenza che sospende la caccia ai cervi in Abruzzo. E' assai importante - prosegue - che il Consiglio di Stato abbia stabilito che i dati del monitoraggio non possono essere assemblati in maniera superficiale per giustificare una scelta politica della destra per garantirsi i voti della lobby dei cacciatori che da anni preme per poter tornare a sparare a una specie che qui da noi si era estinta a causa delle doppiette. Dal Consiglio di Stato arriva anche la sottolineatura della latitanza della giunta Marsilio che viene invitata all'adozione di misure idonee a prevenire incidenti stradali come la realizzazione di attraversamenti faunistici e l'installazione di recinzioni. Se la maggioranza di destra merita solo pernacchie, va detto che l'opposizione del 'campo largo' ha poco da indignarsi e polemizzare. E' stato con voto unanime di destra, centrosinistra e persino M5S che durante la giunta D'Alfonzo nel 2015 fu approvata una modifica del regolamento per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati inserendo la possibilità di estendere il prelievo venatorio ai cervi precedentemente totalmente esclusa".
"E' un'ulteriore conferma che avevano ragione le associazioni ambientaliste e Alleanza Verdi-Sinistra che da subito in Consiglio regionale ha contestato questa inutile mattanza dei cervi". Così Daniele Licheri, segretario Regionale di Sinistra Italiana ed Enrico Perilli, membro della segreteria regionale di Sinistra Italiana con delega ad aree interne e parchi. "Tutta l'impalcatura non stava in piedi dall'inizio. Continuiamo a chiedere che vengano messe in campo soluzioni alternative, come in altre regioni e che lo stesso Consiglio di Stato in questa ordinanza richiama: recinzioni, attraversamenti sicuri. Noi ribadiamo la richiesta di queste soluzioni alternative e di un vero censimento fatto da tecnici e non da cacciatori".
"Restiamo fiduciosi in attesa del giudizio di merito, per il quale sarà fissata un'apposita udienza. Sarà infatti il Tar a valutare nel dettaglio i contenuti della deliberazione adottata dalla giunta regionale in merito al contenimento dei cervi". Lo dichiarano in una nota il presidente della giunta regionale d'Abruzzo, Marco Marsilio, e il vicepresidente ed assessore all'agricoltura, alla caccia e all'ambiente Emanuele Imprudente. "E' importante precisare - continuano - che il piano è stato predisposto attraverso una struttura tecnica qualificata, composta da esperti che operano in ambito nazionale sia per enti regionali sia per associazioni ambientali, e che ha inoltre ottenuto il parere favorevole dell'Ispra". 11 nov. 2024
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