Il Parco Nazionale del Gran Sasso conferma le perplessità della Stazione Ornitologica Abruzzese, della Lega Italiana Protezione Uccelli e di Altura: la procedura di Valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.) avviata dalla provincia di Teramo per la realizzazione di una via ferrata che raggiunge l’Eremo dell’Annunziata, con un giro ad anello e una zipline, cioè un cavo sospeso sulla valle a scopi turistici, tra Pietracamela e Fano Adriano, è incompatibile con la normativa vigente.
"Questi interventi - viene detto - mettono a rischio la riproduzione e la vita stessa degli uccelli rapaci del parco, in particolare del falco pellegrino e dell'aquila reale". Per ciò ha rinviato anche il giudizio sull'apertura di una serie di vie di arrampicata sulla parete di “Vena Rossa” subordinandolo alla redazione di uno studio di incidenza specifico.
La decisione dell’Ente Parco, a tutela dei suoi abitanti alati, è arrivata successivamente alle tempestive segnalazioni delle associazioni ambientaliste e ornitologiche. In campo anche il Wwf, il quale, in una lettera indirizzata alla regione Abruzzo sostiene che solo tre specie di fauna sono presenti nella V.Inc.A. (Valutazione di Incidenza Ambientale), mentre sono presenti nel Parco Nazionale molte altre specie, circa 200. Inoltre, non viene valutato l'effetto cumulativo degli impianti già presenti e delle nuove vie di arrampicata sull'habitat e sulle specie presenti, e non vengono fornite prescrizioni riguardo alle accortezze da seguire per la bonifica della vegetazione sulle vie di arrampicata e per l'individuazione di possibili siti di nidificazione.
Augusto De Sanctis, della Sazione ornitologica, dichiara: "Alcune attività turistiche che a prima vista sembrano molto accattivanti e prive di conseguenze negative possono invece comportare impatti rilevanti sulla fauna, fino addirittura a provocare la morte dei rapaci che impattano durante il volo con i cavi tesi nel caso delle zipline. La stessa attività di arrampicata sportiva in alcuni specifici contesti e periodi può determinare il fallimento per disturbo delle covate di aquile reali e falchi pellegrini, come dimostrano studi specifici realizzati in diverse parti del mondo. Gli adulti in cova si alzano dalle uova e lasciano il nido anche per ore per l'avvicinarsi delle persone e a quel punto l'embrione nell'uovo muore e la riproduzione fallisce".
La decisione dell'Ente Parco del Gran Sasso ha quindi rappresentato "un importante segnale di attenzione verso la tutela dell'ambiente e della fauna selvatica".
Le associazioni hanno infine auspicato che la decisione dell'Ente Parco possa essere recepita anche dal Comitato di Valutazione di Incidenza Ambientale della Regione Abruzzo, che dovrà pronunciarsi sul progetto. 09 mar. 2023
MARIA ISABEL AGANIPPE
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La foto dell'aquila reale è del Parco Gran Sasso Laga