No trivelle. Petroceltic rinuncia a permessi di ricerca in mare tra Abruzzo e Molise

"Anche se lo spettro del petrolio ce lo porteremo avanti finché campiamo, questa è una bella notizia. La Petrolceltic gira i tacchi e se ne ritorna da dove è venuta, in Irlanda".  Così la ricercatrice Maria Rita D'Orsogna, originaria di Lanciano (Ch) e che lavora in California, commenta la rinuncia da parte della multinazionale Petroceltic Italia a diverse "concessioni tra Abruzzo e Molise, tutte contigue, tra Vasto (Ch) e dintorni". "C'è stata una lunga battaglia - aggiunge -. Ora se ne vanno e ne sono felice".

L'istanza di rinuncia è stata inoltrata al ministero dello Sviluppo economico il 3 maggio scorso; riguarda  quattro permessi di ricerca di idrocarburi in Adriatico ed è stata pubblicata nel Bollettino degli idrocarburi del 31 maggio scorso. "Rinuncia - scrive il coordinamento nazionale No Triv - che avviene malgrado i relativi procedimenti amministrativi siano sospesi fino al 12 febbraio 2020 per effetto della legge numero 12 dell'11 febbraio scorso".

Le aree coperte da questi titoli minerari, denominati B.R270.EL, B.R271.EL e B.R272.EL e d 505 B.R.-EL sono immense -  fa presente il Forum Acqua Abruzzo -: riguardano oltre 94.500 ettari di mare. Contro queste proposte di attività petrolifere negli anni sono insorti cittadini, movimenti, associazioni ed enti locali. "Ci sono stati - aggiunge il Forum - ricorsi, manifestazioni, proposte di legge.... I frutti di questa lotta per la tutela dell'ambiente e il clima iniziano a dare frutti e, dopo la vicenda "Ombrina", un'altra azienda è costretta a fare dietrofront. Purtroppo rimangono numerose istanze e titoli minerari e, per ciò, continueremo a fare resistenza".

Il coordinamento "No hub del gas" dichiara che "la battaglia contro l'inquinamento e per il clima porta frutti e continua" e il Wwf Abruzzo "condivide la gioia di tutti coloro che per anni si sono battuti contro la petrolizzazione dei nostri mari e delle nostre terre nell'apprendere la decisione della Petroceltic di abbandonare quasi totalmente le acque antistanti l'Abruzzo". Wwf ricorda, in una nota, che nel 2010 la Petroceltic "avrebbe voluto 'colonizzare' l'Adriatico con ben nove progetti petroliferi che interessavano interamente o parzialmente il mare, oggi ne è rimasto solo uno: Elsa -BR268 RG-, ad Ortona (Ch).

"Un lavoro straordinario - commenta Fabrizia Arduini, referente per l'energia del Wwf - possibile grazie anche al supporto scientifico di qualificati docenti universitari come Francesco Stoppa e Francesco Brozzetti, sia nella stesura delle osservazioni in sede di Valutazione di impatto ambientale sia nelle conferenze divulgative tenute insieme alla scienziata Maria Rita D'Orsogna e altri". Per due tra i quattro progetti petroliferi "che stanno lasciando i nostri mari, il Wwf si è impegnato anche a livello giuridico vincendo un ricorso al Tar nel 2012, insieme a Lipu, Legambiente e Fai, costringendo la società a riavviare da capo la Via. Ci piace pensare che i signori del petrolio si siano veramente stancati. Ma ancora di più siamo soddisfatti della scelta di Petroceltic che pare abbia deciso di investire nelle energie alternative per abbandonare il fossile. Forse anche loro hanno finalmente compreso che non abbiamo un pianeta di riserva". 

"Il 29 maggio scorso - sottolineano i No Triv - Sunny Hill Energy Limited (nuova denominazione della vecchia Petroceltic) aveva annunciato il completamento della vendita dell'intero capitale azionario emesso di Petroceltic Srl e della sua controllata al 100%, Petroceltic Bulgaria EOOD, a terzi, per un importo non divulgabile. La "vecchia" Petroceltic, rebrandizzata Sunny Hill Energy, - prosegue - era stata protagonista del fallito assalto alle Tremiti, respinto grazie alle nostre pressioni in piena campagna referendaria, e di una serie di vicende finanziarie molto opache che ne avevano determinato il quasi fallimento. Oggi i nuovi "padroni" della compagnia - è la conclusione - decidono di lasciare a parte l' off shore in Adriatico, anche a causa dell'instabilità e dell'incertezza del quadro normativo che è di ostacolo allo sviluppo di progetti di lungo periodo. Le pressioni esercitate da movimenti e comitati hanno sortito il loro effetto, evidentemente. Bye bye Petroceltic".

 @RIPRODUZIONE VIETATA

 Foto di Serena Giannico

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