"La peggiore siccità mai verificatasi, l’anno record delle temperature e la stagione più calda che si ricordi, gli incendi, eventi estremi, con la conseguente distruzione degli habitat hanno avuto gravissime conseguenze sulla biodiversità". Per questo le associazioni Enpa, Lac, Lav, Leida e Lndc Animal Protection si appellano alle Regioni chiedendo a politici e funzionari di “aprire gli occhi”, "rinunciando agli spari sugli animali selvatici a partire da quelli addirittura “anticipati” nei primissimi giorni di settembre, tra l’altro in piena stagione turistica".
“Le Regioni - affermano in un documento - si assumano le proprie responsabilità e rinuncino alle vecchie politiche filovenatorie; chiediamo alle Regioni Basilicata, Puglia, Calabria, Abruzzo, Sardegna, Marche, Emilia Romagna e ad altre di cancellare dai loro calendari venatori ogni ricorso all'apertura anticipata.
Si tratta - evidenziano - di una pratica barbarica, duramente contestata dal mondo scientifico, dal momento che ci sono specie che hanno ancora i piccoli nella fase di dipendenza, - come ad esempio il colombaccio - in un contesto ambientale stravolto che ha pesantemente inciso sull'attività riproduttiva –, o che ucciderebbe specie in pessimo stato di conservazione, come la tortora".
" Come è noto, - rimarcano - le delibere della fine di agosto nascono per permettere la discesa in campo dei cacciatori- magari dal primo di settembre- e per impedire i ricorsi delle associazioni ambientaliste e animaliste: espedienti e trucchi noti e inaccettabili sulla pelle dei selvatici, considerati il “serbatoio” da sacrificare per attingere ad una manciata di consensi, per una rielezione a livello locale".
“Bene ha fatto il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia a bocciare l'apertura anticipata degli spari. Chiederemo conto alle regioni e a tutti coloro che sono coinvolti nel sistema filo venatorio locale del danno ambientale; la strada della Corte dei Conti è doverosa, poiché il bene che viene dissipato , quello della fauna selvatica, è patrimonio indisponibile dello Stato come dice la legge 157 del 92, e appartiene quindi a tutti".
E la Stazione Ornitologica Abruzzese contesta "il calendario venatorio 2022-2023 appena varato dalla Regione, perché consente di cacciare il colombaccio per tutto il mese di ottobre, quando la specie può avere ancora i pulcini nel nido. Inoltre alzavola e germano reale possono essere cacciati fino al 19 gennaio quando la prima specie inizia la migrazione pre-nuziale dal 10 gennaio e la seconda addirittura dall'1 gennaio. Anche per il tordo bottaccio si prevede di poter cacciare in una decade, la prima di gennaio, in cui vi è già migrazione pre-nuziale". Così - rimarca - si regalano alle doppiette "decine e decine di giorni in più per abbattere animali di specie che invece in determinati periodi dovrebbero essere tutelate secondo le norme europee che impongono il rispetto del periodo riproduttivo".