"Ricordiamo - viene aggiunto - che alcune associazioni (Verdi Ambiente e Società e Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare; con l'intervento dell'associazione Mamme per la Salute e l'Ambiente e il Comitato Donne 29 agosto), in rappresentanza di un movimento più ampio a livello nazionale, avevano proposto ricorso al Tar Lazio contro il Decreto del 10 agosto 2016 su "Individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilabili in esercizio o autorizzati a livello nazionale, nonché individuazione del fabbisogno residuo da coprire mediante la realizzazione di impianti di incenerimento con recupero di rifiuti urbani e assimilati. A sua volta il Tribunale amministrativo regionale aveva deciso di portare la questione davanti alla Corte di Giustizia Europea perché il Decreto appariva in contrasto con la Direttiva 42/2001/CE sulla Valutazione ambientale strategica, procedura a cui il provvedimento pro-inceneritori non è stato sottoposto".
"Forum H2O e Nuovo Senso Civico, già nel 2016, avevano segnalato al ministero dell'Ambiente e a tutte le regioni italiane che serviva la Vas". Infatti le associazionihanno scritto, testualmente: "Nel Rapporto preliminare chiede, infatti, di non sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica il documento in esame, fase che prevederebbe la partecipazione del pubblico per 60 giorni. Si eviterebbe, così, quello che il ministero pare considerare come un orpello, e, cioè, dover rispondere nel merito alle eventuali osservazioni provenienti dai cittadini."
Il Piano approvato con il DPCM prevedeva di aumentare la capacità di incenerimento nazionale di diversi milioni di tonnellate/anno di rifiuti, con la produzione, giusto per portare alcuni dati sugli effetti ambientali negativi, di centinaia di migliaia di tonnellate di ceneri residue da portare in discarica nonché emissioni per milioni di tonnellate/anno di CO2, gas clima-alterante.
"Avevamo anche polemizzato con Arta Abruzzo - viene ricordato - che incredibilmente aveva dato l'ok alla procedura, in disaccordo con l'allora Giunta regionale. Ora non possiamo che essere contenti di questo risultato, con il rammarico di dover constatare che per l'ennesima volta erano rimaste inascoltate le voci che avevano puntualmente segnalato il problema".
"Adesso - conclude De Sanctis - chiederemo al Governo di abrogare immediatamente la madre di questa trucco pro-inceneritori, l'articolo 35 del Decreto Sblocca Italia voluto da Renzi.
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