Atessa. Stop a impianti di rifiuti infettivi e pericolosi. 'Basta inquinamento in Val di Sangro'

"Accantonata per il momento la pratica della ditta Di Nizio, in attesa che si pronunci il Tar, a cui la società si è appellata per poter aprire in Val di Sangro un nuovo stabilimento per lo smaltimento dei rifiuti a rischio infettivo, registriamo nuovi tentativi di aggressione al territorio da parte di due imprese". 

Il comitato cittadino “Val di Sangro” di Atessa (Ch), di cui è portavoce Giuseppe Marcolongo, lancia l'allerta. 

Le aziende in questione - si fa presente in una nota - sono una società già presente nell'area, la Sate srl del gruppo EcoEridania” (ex Maio.com srl), con sede nella zona industriale di Atessa e operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti ospedalieri infettivi, e una "new entry", una società del nord Italia che vorrebbe installare nelle vicinanze della Sevel, a Paglieta (Ch), uno stabilimento per i rifiuti pericolosi.

La Sate ha chiesto all'Arta (Agenzia regionale di tutela ambientale) di poter aumentare la propria capacità produttiva di un'ulteriore 34%, oltre ad un 15% già concesso in passato, per portare da 27.600 a circa 36.000 le tonnellate di materiali speciali da smaltire. La Val di Sangro - è la denuncia del comitato - si farebbe così carico "dello smaltimento dei rifiuti ospedalieri di più della metà della nostra penisola, forzando così anche il criterio di prossimità secondo il quale ogni regione si deve fare carico dello smaltimento dei rifiuti che essa produce". Ma al momento il problema pare rientrato, perché Sate ha rinunciato all'ampliamento, dopo che l'Arta ha sollecitato ulteriore documentazione. 

Ma resta l'allarme. "Il rischio che si arrivi a superare le soglie di guardia degli elementi nocivi immessi nell'atmosfera - viene ancora evidenziato - è alto". Il comitato fa appello alle autorità competenti affinché, "dopo aver svolto in via preventiva e con scrupolo uno studio di fattibilità e una valutazione dell'impatto ambientale, neghino nuove autorizzazioni e concessioni in materia di smaltimento di rifiuti pericolosi, e le ragioni" sembrano anche ovvie: "Tutte le motivazioni addotte contro la Di Nizio valgono anche per altri, come già indicato nella Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) messa a punto dal Comune di Atessa, in cui si evidenziano i diversi fattori di criticità quali la vicinanza a centri abitati, attività commerciali e ristorative; gli effetti cumulativi con lo smog già prodotto da altre aziende; il sovradimensionamento di questi tipi di impianti; la vicinanza a siti di interesse comunitario protetti come il bosco di Mozzagrogna...".

“Ricordiamo - viene evidenziato in una nota - che non si sta parlando dell'aumento di produzione di ciclomotori della Honda Italia o di furgoni della Sevel, ma di smaltimento di rifiuti infettivi con le inevitabili ripercussioni ambientali che comporta, pertanto il monitoraggio e il controllo del territorio è assolutamente indispensabile onde evitare problemi irreversibili".

"Tutti abbiamo il dovere morale di lasciare alle future generazioni un territorio sano e vivibile, se non perfino migliore di quello che noi stessi abbiamo ricevuto".   20 feb. 2021

Iaia Fioretti

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