"Nasce dal vissuto del quale siamo diventati inconsapevoli. Da una memoria ancestrale". Così esordisce Graziano D’Angelo, 64 anni, giornalista di Lanciano (Ch) e per due anni (dall'ottobre 2002 al giugno 2004) a capo dell’avventura editoriale del quindicinale "Il Meridiano". Dalle sue fatiche, dai suoi studi ecco, appena pubblicato, il romanzo "L’aspro respiro ella vita" (edizioni Tracce). Meditato per anni, D’Angelo nel giro di due mesi è riuscito a "gettare", dentro pagine e pagine, il suo mondo nel quale predomina l’introspezione: "E' stata una ispirazione dirompente, fortissima. C’è stata una sedimentazione letteraria che poi è arrivata nelle pagine in modo accelerato". Comunque, precisa l’autore, "non è un testo autobiografico, è stato però scritto con un forte sapore di memoria della nostra storia, delle nostre terre". Con una inclinazione al neorealismo, anche se ambientato nel 1898, in una Italia giovane, l’Abruzzo è "sconosciuto", ma si comprende, pagina dopo pagina, fra i capitoli e la storia del protagonista, che ci troviamo nella "terra dei cafoni".
L’unica città che nel testo viene nominata è Napoli (la capitale del Regno delle due Sicilie è l’unico luogo reale nella narrazione) dove il protagonista Rino va per studiare musica; Rino e le vicende della sua vita faranno da "motore" al romanzo, fra momenti duri che, comunque, non riusciranno a impedire la realizzazione di un disegno esistenziale. Il protagonista scopre un’attitudine alla musica e per questo intraprende gli studi e si intervalla, nel romanzo, una storia d’amore dolcissima.
Raccontare la vita attraverso un romanzo è "uno sforzo interiore di fine letteratura, ed oggi troppe volte sprechiamo parole che non abbiamo attitudine con la vita", confessa D’Angelo. La postfazione al testo è stata redatta dal critico letterario Ubaldo Giacomucci che segnala come si è catapultati dentro un clima "coinvolgente e suggestivo, il cui tessuto tipico del romanzo tradizionale si intreccia con altre suggestioni (romanzo di formazione, psicologico, noir, ecc.)" tanto che l’autore arriva ad "alcune sperimentazioni espressive tipicamente ‘mainstream’ e particolarmente efficaci".
Fra colpi di scena, suspense ed eventi il lettore è invitato anche a riflettere sulla sua condizione, sulle scelte che a volte si è costretti a compiere. Riferimenti letterari, psicologici e filosofici fanno da cornice al volume. Da leggere.
Alessandro Di Matteo
Nella foto l'autore (con il libro tra le mani) con Alessandro Di Matteo
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