"Mai come quest'anno", le "icone" del Natale rappresentate dal presepe e dall'albero allestiti in Piazza San Pietro, "sono segno di speranza per quei pellegrini che avranno la possibilità di venire ad ammirarli".
Ricevendo stamane in udienza le delegazioni provenienti da Castelli in Abruzzo e da Kocevje, nella Slovenia sudorientale, per il dono del presepio monumentale in ceramica e dell'albero di Natale, poi inaugurati nel pomeriggio in una sobria cerimonia nell'ovale berniniano, papa Francesco non ha mancato di fare riferimento al Covid-19. "Anche in questo Natale - ha detto Francesco -, in mezzo alle sofferenze della pandemia, Gesù, piccolo e inerme, è il 'Segno' che Dio dona al mondo. Segno mirabile, come inizia la lettera sul presepe che ho firmato un anno fa a Greccio. Ci farà bene rileggerla in questi giorni", ha aggiunto.
Per il moderno e stilizzato presepe monumentale - formato da statue di ceramica a grandezza maggiore del naturale, che in verità hanno già ricevuto sui social anche molti giudizi non lusinghieri - erano presenti, tra gli altri, il vescovo di Teramo-Atri, monsignor Lorenzo Leuzzi; il commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma, Giovanni Legnini; il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e il presidente della provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura. Della delegazione della Repubblica di Slovenia, che ha donato il maestoso abete rosso o peccio (Picea abies), alto 30 metri e del peso di sette tonnellate, facevano invece parte l'arcivescovo monsignor Alojzij Cvikl, vice presidente della Conferenza episcopale; il ministro degli Esteri Anze Logar e il ministro dell'Agricoltura, foreste e alimentazione Joze Podgorsek. Il presepe e l'albero rimarranno esposti fino al 10 gennaio 2021, festa del Battesimo del Signore.
Durante la cerimonia di inaugurazione, è stata anche illuminata la figura della Sacra Famiglia nella scultura 'Angels Unawares', presente in piazza dal 29 settembre 2019, che raffigura una barca con un gruppo di migranti e rifugiati: a ricordare, ha spiegato la Sezione dicasteriale vaticana Migranti & Rifugiati, "che anche Gesù, con Maria e Giuseppe, è stato un migrante, in fuga per salvare la vita". Intanto, sempre per le disposizioni anti-Covid, il Colonnato del Bernini ospiterà da domenica pomeriggio, quindi per la prima volta all'aperto, anche la mostra "100 presepi in Vaticano". E nel presentare l'evento, il Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione, presieduto dall'arcivescovo Rino Fisichella, ha usato parole che sembrano rispondere indirettamente alle polemiche degli ultimi giorni sulla necessità di anticipare la messa della notte di Natale per rispettare il cosiddetto 'coprifuoco'.
"Non sappiamo a che ora nacque Gesù a Betlemme - ha puntualizzato il Dicastero -. L'unica indicazione che si possiede riguardo la sua nascita è fornita dall'evangelista Luca il quale afferma che nella regione si trovavano dei pastori che 'pernottavano nei campì e 'di notte vegliavano sul gregge'. Il Vangelo racconta che era sera e c'era il buio". "In queste feste natalizie non avrebbe senso voltare lo sguardo dall'altra parte come se non esistesse il drammatico momento che il mondo intero sta vivendo - ha aggiunto significativamente dopo aver ricordato le sofferenze di malati e famiglie e anche gli strenui sforzi di medici e operatori sanitari -. La fede impone di guardare la realtà e dare significato a quanto accade nella storia personale e dell'umanità. Vivere il Natale come una parentesi non darebbe ragione del significato che esso riveste per la fede". 11 dic. 2020
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