Lanciano. Palazzo Berenga delle meraviglie... 'Qui Museo della Resistenza e pinacoteca'
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Con i suoi 1.200 metri quadri disposti su tre piani e 67 stanze, molte affrescate, lo storico e nobiliare palazzo settecentesco Napolitani-Berenga, in via Garibaldi a Lanciano (Ch), che ingloba persino un vico, aspira a divenire un piccolo Louvre di Lanciano volendo ospitare al primo piano un museo della Resistenza e della Memoria - Lanciano è città medaglia d’oro al Valore militare, - e una pinacoteca al secondo piano.

Il resto può essere adibito ad attività economiche. E’ l’idea del sindaco Mario Pupillo che dice: "I moderni musei offrono anche momenti di convivialità con ristoranti e caffè letterari". Pupillo, qualche giorno fa, ha fatto un sopralluogo sull’antica dimora. "Torniamo in possesso di un vero giacimento culturale - dice il primo cittadino -. Di un palazzo stupendo che sembra un labirinto con gli innumerevoli passa porte tra le stanze, proprio adatto a una pinacoteca". In un salone spicca sulla volta un affresco copia dell’opera "Amore Disarmato" del pittore romano Francesco Albano, custodito al Louvre di Parigi, realizzato da Giuliano Crognale di Castel Frentano.

"Con questo edificio di pregio completeremo la Via dei Musei presentata alla candidatura di Lanciano capitale della cultura 2020, vinta da Parma - riprende Pupillo -. Sulla stessa via Garibaldi abbiamo il Parco delle Arti Musicali, passando per i musei Diocesano, Casa Spoltore, Santa Maria Maggiore, San  Nicola, San Rocco e sulla strada parallela palazzo Stella Maranca". Palazzo Napolitani-Berenga venne acquistato dal Comune negli anni Novanta per 300 milioni. Maldestramente vi si voleva fare case parcheggio ma la Sovrintendenza lo ha vincolato su input dell’archivista storico onorario Domenico Maria Del Bello vietando un uso non compatibile col carattere storico.

E' stata la salvezza di una testimonianza della famiglia di mercanti umbri Napolitani, di Norcia, poi imparentatasi ai Berenga che a Lanciano ha dato sindaco e parlamentare. Dimora abitata fino agli anni Settanta con perfetta conservazione e tanto di scuderie, magazzini, cappella, corti interne e magnifiche sale, pure quella della Massoneria. La Giunta Paolini ha iniziato i lavori rifacendo tetto e facciata. Nel periodo oscuro sono spariti cornicione, pregiati pavimenti, stucchi e carte da parati. Palazzo che ha fatto gola a quattro svedesi, gente di alta cultura, che lo voleva comprare, ma uno è morto e il desiderio pare sia svanito. "Il palazzo andrà in vendita sul sito del Demanio pubblico - dice Pupillo. Per finire i lavori occorrono 2 milioni di euro ma ci siamo riservati gli spazi museali". Il Comune possiede opere di pregio ospitate al polo museale Santo Spirito, tra cui capolavori di Aligi Sassu donati dal cognato gallerista Alfredo Paglione.

"Felici di avere una prospettiva di recupero - chiude Pupillo-. Progetto a primavera per trovare risorse per il museo della Resistenza".  L’archivista Del Bello rimarca: "E’ uno dei cento palazzi storici di Lanciano utilizzati per rappresentanza; è importante per dimensione, al confine tra Civitanova e Sacca, avendo inglobato altri edifici gentilizi. Bisogna rimediare e dare nuova funzione. Può essere una vetrina importante".

Walter Berghella  

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Nelle foto, di Andrea Franco Colacioppo, scorci del palazzo e il sindaco Pupillo con Del Bello

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