"Sono lavori pregni di simboli sacri, del martirio, di spiritualità... In una varietà di stili che comunque volgono alla negazione di tutto ciò che è predeterminato e predefinito... Il suo, a volte, è nichilismo radicale, in nome della libertà artistica...".
C'è tutta una vita, quella chiusa, all'improvviso, il 20 marzo scorso, dopo una terribile aggressione, dentro la mostra che da ieri e fino al 17 luglio, Paglieta (Ch) ha voluto dedicare al pittore e performer Umberto Ranieri, ucciso, a 55 anni, in largo Preneste a Roma, città dove viveva. Ad ammazzarlo un 18enne tunisino, Jelassi Mohamed Aziz, che aveva richiamato alla civiltà. "Non sporcare...", l'ha ammonito e l'altro l'ha finito con un micidiale pugno.
Paglieta, ora, raccoglie l'eredità artistica di quel suo figlio, che dipingeva, e disegnava e scriveva poesie e che ha lasciato una vasta produzione. Parte delle opere, a firma di Nniet Brovdi, che era il suo pseudonimo, sono esposte nella sala polivalente "Sandro Pertini", orari di visita 16-20. L'iniziativa è a cura del Comune, in collaborazione con il Museo delle tradizioni popolari "Nelli-Polsoni".
Davvero in tanti all'inaugurazione; gremita la saletta in cui la mostra viene illustrata. In prima fila i familiari, con la mamma Anna Silvestri che piange per tutto il tempo, e con il papà Filomeno che solo alla fine, ringraziando tutti, trova la forza di dire: "Speriamo di farcela a superare questo lutto, ma non so, è difficile... L'unica speranza, ora, è riposta nella giustizia".
"Alle elementari - dice il vice sindaco, Antonio Demattia - Umberto era già un talento, che noi altri potevamo solo soffermarci ad ammirare. Qui c'è una piccola selezione dei suoi lavori... E questo è l'inizio di una serie di iniziative culturali che organizzeremo in sua memoria: ci sarà anche l'istituzione di un premio annuale artistico-letterario...".
"Si tratta - aggiunge il sindaco Ernesto Graziani - di un omaggio e di un riconoscimento ad Umberto. Ci conoscevamo dall'infanzia, ci siamo frequentati da ragazzi. Per decenni ho avuto un suo disegno appeso nella mia camera da letto. Aveva gentilezza, talento e uno spiccato senso civico... ". Che, il giorno il cui è stato aggredito, lo ha portato - prosegue il primo cittadino - "a non girare la testa da quel giovinastro irrispettoso del bene comune... E' il messaggio che abbiamo avuto in eredità...".
"Una personalità artistica sicura, originale, che lancia messaggi intensi - afferma la presidente del Museo "Nelli-Polsoni", Esmeralda Pagano -. Abbiamo scelto alcuni dei lavori, tempere, oli, acrilici e c'è una parte che sostanzialmente rappresenta il suo laboratorio...".
Disamina dell'opera affidata al critico Nicola Ranieri che racconta un Nniet "che ama gli emarginati, anarchico, trasgressivo, anticapitalista... E' tanto anticonformista e dissacrante - spiega - quanto assetato di spiritualità, di bellezza e purezza, in balìa di spiriti e di contraddizioni". L'assonanza con Pasolini, "per quanto riguarda la figura del Cristo" e poi quelle sue Madonne, "che traggono ispirazione dalla tradizione bizantina, prima di Giotto... La sua è una ricerca spirituale vera e propria, zeppa di simbolismi". E la scrittrice Emiliana Petti: "I paesaggi... le cupole, le chiese accendono la luce dell'anima, emanano quella profonda sacralità che ogni fede promette...". E' questo il lascito "di un artista oltre il suo tempo".
Serena Giannico
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