Il tono pacato di Grazia Andriani mentre racconta con passione contagiosa il suo lavoro di chirurga pediatrica, ora a servizio dei bambini di Africa e Centro America, emoziona il numeroso pubblico che ascolta e segue le immagini della sua opera straordinaria. Non si è ancora spenta l'eco del Premio "Tilde Lametti" andato proprio alla dottoressa Andriani alla fine di un convegno che ha visto la presenza di qualificati relatori.
"Costruttori di futuro"- cooperazione, sviluppo e solidarietà – questo il titolo dell'incontro che si è tenuto a Lanciano (Ch), al Polo museale. Parole che esprimono il pensiero, la linea e l'orientamento del Cif (Centro Italiano Femminile) di Lanciano che da 5 anni organizza e promuove questo evento. Ad aprire i lavori la presidente del Cif, Cesira Verì, che ha sottolineato il significato e gli obiettivi di un Premio che viene destinato a chi con la sua professione e il suo impegno contribuisce a rendere la nostra società migliore. Aldo Morrone, direttore scientifico dell'Istituto San Gallicano di Roma ha posto l'accento sul ruolo della scienza e del medico. "La centralità è delle persone, bisogna prima accoglierle e poi curarle – ha detto - non bisogna mai dimenticare che c'è una persona malata, non il malato. La scienza ha senso solo se è inserita in un contesto di solidarietà e chi fa il medico non dovrebbe mai dimenticare questo principio fondamentale. L'esempio della dottoressa Andriani è straordinario se si pensa che quasi 800 mila bambini in Africa muoiono per gastroenterite e che basterebbe davvero poco per salvarli".
Il rettore dell'Università di Teramo, Dino Mastrocola, ha spiegato l'impegno dell'ateneo nella cooperazione, le varie iniziative promosse a centrare questo obiettivo. Di responsabilità sociale delle imprese e della cultura della sostenibilità ha parlato Lino Olivastri, presidente dei Servizi Innovativi di Confindustria Abruzzo. Tutti gli interventi hanno avuto un denominatore comune: l'etica, l'apertura verso l'altro, lo sguardo oltre i confini. E Grazia Andriani rappresenta la concreta espressione di chi dopo 35 anni passati in sala operatoria, presso l'ospedale di Pescara, ha scelto di anticipare la pensione per dedicare la sua esperienza, la sua attività di chirurga pediatrica ad aiutare bambini che vivono in condizioni di grande indigenza. A questi piccoli ha restituito non solo la speranza, ma la vita.
Oltre 700 interventi in meno di quattro anni, volando tra Sudan, Etiopia,Tanzania e Haiti. "La sfida più difficile, in questi contesti, è più culturale che chirurgica, spesso, infatti, c’è prima da combattere lo scetticismo delle popolazioni locali che davanti ad un problema tendono a fidarsi di uno stregone piuttosto che di un medico, e talvolta si arriva troppo tardi. Il motore di questa "macchina del bene" sta nella "Ada Manes Foundation for children onlus", ha raccontato Grazia Andriani. Questa storia inizia nel 2015 con una telefonata. Dall’altro capo c’è la persona a cui la signora Manes ha affidato tutti i suoi risparmi "in modo che possano arrivare ai più deboli, perché io non ho eredi. Troverà lei il modo più giusto a cui destinarli". La persona adatta è Grazia, l’unico chirurgo pediatra donna dell’ospedale di Pescara. Così nasce la fondazione intitolata alla benefattrice e, tra un aereo e l’altro, inizia la seconda vita di quella che viene definita "l'angelo col bisturi".
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