Giornata mondiale scrittura a mano. 'E' patrimonio da tutelare'

"Chi scrive tace invano." (Goethe)

La scrittura a mano è una costellazione segnica, una combinazione di tanti grandi e piccoli segni a cui corrisponde l’individualità unica e irripetibile dello scrivente. Oggi, 23 gennaio, si celebra la giornata mondiale della scrittura a mano, una felice occasione per riprendere in mano carta e penna, lontani da tablet, smartphone e tastiere, per assaporare l’unicità del piacere del gesto grafico.

L’Handwriting Day risale al 1977 su iniziativa di associazioni americane di produttori di strumenti di scrittura in un’epoca in cui molti educatori iniziavano a temere che la scrittura a mano stesse scomparendo per l’utilizzo di macchine da scrivere; ed è proprio degli ultimi giorni la notizia di otto atenei australiani che, dopo aver sorpreso alcuni studenti usare software di intelligenza, imporranno alcuni esami con carta e penna. In Italia l’istituto grafologico internazionale Girolamo Moretti di Urbino da molti anni si sta attivando perché la scrittura a mano sia proclamata patrimonio dell'umanità dall’Unesco, promuovendo campagne per il diritto di scrivere a mano e tutelando l’uso del corsivo.

Il termine corsivo (latino medievale cursivus) deriva dal verbo latino currere, correre; la scrittura corsiva, infatti, nei suoi legamenti tra lettera e lettera non solo favorisce la rapidità del movimento ma si presta maggiormente anche ad essere personalizzata. Nel gesto grafico si vive una dimensione quasi teatrale, si agisce di scelta in scelta con le lettere, le parole e i gesti accessori, svoltando, espandendo, chiudendo, schivando, disgiungendo, collegando. Chi scrive fonde la sua vita con la vita, si fa esperienza e narrazione. Scrivendo, avvengo, mi affermo, mi riconosco. 

Scrivere è cosa tutt’altro che superficiale e lineare, richiede disciplina e intelligenza. Il nostro cervello si illumina in più aree durante la scrittura, al contrario di quel che avviene digitando sulla tastiera. Lo scrivere a mano, secondo molti studi, migliora la capacità di leggere e contare, potenzia l’attenzione e la facoltà di apprendimento stimolando il pensiero critico, aiuta a costruire buone relazioni, potenzia la creatività individuale incoraggiando a uscire dall’anonimato, restituisce l’indipendenza dalla tecnologia e migliora le capacità fisico e motorie.

"Scrivere a mano è l’atto più democratico che esista", scriveva il grande semiologo francese Roland Barthes. Non dimentichiamo, nelle scuole e nel nostro quotidiano, la pratica dalle mille risorse del gesto grafico, piccolo e personale pezzo di umanità. 23 gen. '23

MONICA FERRI, GRAFOLOGA

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