Lo spettacolo "Hermanos", prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con il Teatro del Sangro, arriva in America Latina, questa volta con sei date tra Argentina e Uruguay.
“Hermanos” è la storia di due giovani emigranti che tra loro si chiamano fratelli, non perché siano consanguinei, ma perché sono entrambi orfani, orfani di una terra che era anche la loro madre. Siamo negli anni ’50, i due hermanos stanno in un quartiere operaio e porteño di Buenos Aires; lottano ogni giorno per non dimenticare le loro radici e per radicarsi in questo nuovo orizzonte. Sono molto diversi l’uno dall’altro, uno è viscerale ed istintivo, l’altro è razionale e cerca di avere il controllo su tutto. L’Italia del dopoguerra ha generato e poi lasciato al proprio destino due creature così diverse: il fradi friulano e lu fratell abruzzese. I due hanno in comune la passione per la boxe e il desiderio di affermarsi. Ma il destino li metterà uno contro l’altro, il destino li farà innamorare della stessa ragazza e come altri celebri fratelli, uno si affermerà sull’altro, con il sangue.
In scena Giuliano Bonanni, Chiara Donada, Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino.
Scenografie di Claudio Mezzelani. Maschere a cura di Brat Teatro e regia di Giuliano Bonanni e Stefano Angelucci Marino.
La tournée in Argentina e Uruguay è realizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, il Comites Rosario diretto da Franco Tirelli, la “Fedamo” di Rosario diretta da Marcelo Castello, l’Associazione “Famiglia Abruzzese” di Montevideo-Uruguay diretta da Fernando Pizzuti, che ospiteranno lo spettacolo dal 1 al 12 novembre del 2019. “Hermanos” sarà presente nelle città di Buenos Aires, Rosario, Mar del Plata, Berazategui, Balcarce, Montevideo (Uruguay).
“Hermanos” nasce dall'esperienza teatrale vissuta in Argentina, Uruguay e Paraguay dagli attori e registi Giuliano Bonanni e Stefano Angelucci Marino, grazie a due produzioni in collaborazione con il Teatro Stabile d'Abruzzo. I due artisti, dopo essere entrati in contatto diretto con i discendenti dei migranti friulani e abruzzesi, affrontano in questo spettacolo il tema del fenomeno migratorio non da una prospettiva nostalgica e poetica, ma attraverso una angolazione concreta e attualizzante rafforzata dall’uso delle lingue e dialetti degli emigranti: italiano, friulano, spagnolo e abruzzese.
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