Il programma 'Freedom' in Abruzzo a caccia di templari nella chiesa di Santa Maria ad Cryptas
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Di nuovo in Abruzzo il programma "Freedom – Oltre il confine" che quest'anno è approdato su Italia 1. Con tredici episodi inediti, dall'Italia e dal mondo, alla scoperta di luoghi mozzafiato, antiche civiltà e ultime frontiere della scienza.

La seconda puntata della nuova stagione, in onda il prossimo 18 settembre, si apre con un reportage in uno dei luoghi più belli del pianeta, il Grand Canyon: qui, secondo le cronache di un giornale dell'Arizona, oltre 100 anni fa un esploratore trovò un'immensa cavità sotterranea, dove erano custodite le tracce di un'antica civiltà perduta. All'interno di questa grotta, tra le più grandi di tutto il Nord America, sarebbero nascoste centinaia di mummie... Poi focus su Catania, alla scoperta del colosseo nero, un anfiteatro romano secondo per grandezza soltanto al più famoso colosseo di Roma. La sua storia si intreccia con quella del velo appartenuto a Sant’Agata, a cui i fedeli attribuiscono molti miracoli.

E a proposito di misteri, uno dei temi che continuano ad appassionare il pubblico di "Freedom" riguarda i cavalieri templari. Perché questi monaci guerrieri furono perseguitati? Quali conoscenze segrete possedevano? Quali tesori? Questa volta le loro tracce saranno cercate a Fossa, nell'Aquilano, nella chiesa di Santa Maria ad Cryptas, gioiello medievale finalmente tornato allo splendore, dopo il terremoto del 2009. Al suo interno un indizio a favore dell'autenticità della Sindone...

Il santuario rappresenta un vero e proprio caposaldo dell’arte medievale, abbracciando ben tre secoli di storia, ed è pertanto un vero e proprio museo di immagini figurative. L’assoluta particolarità risiede nei due distinti cicli d’affreschi che ne ricoprono interamente l’interno. La leggenda vuole che Dante Alighieri, in visita a questa chiesa in occasione della nomina di Celestino V, fu talmente colpito dai dipinti del Giudizio da trarne spunto per la sua Comoedia.

Poi le telecamere indugeranno nella Mole Antonelliana, con i suoi 170 metri di altezza; sui paesaggi dell'Egitto, in un lungo percorso attraverso il Nilo, da Saqqara a Luxor fino all’estremo sud, alla ricerca di uno dei geni del passato, l'architetto che ha realizzato la più antica piramide giunta fino a noi. Il suo nome era Imhotep, ma molti lo hanno ribattezzato l'uomo che ha inventato l'antico Egitto.

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