"Il piacere del ferro battuto", questo il titolo della rassegna organizzata dall'associazione culturale Calliope a Civitaluparella (Ch).
Essa vedrà giungere nel borgo abruzzese, noto per le preistoriche pitture rupestri, tra i più grandi nomi internazionali di questa arte, primo tra tutti Kheir Aker, palestinese, che inaugurerà la sua prima estemporanea di ferro battuto in Piazza Marconi e che, insieme ad altri maestri di questa disciplina, creerà in questi tre giorni, opere e sculture... live. Tra i nomi di spicco che armeranno le loro mani con martelli e tenaglie ci saranno anche Standa Prikryl e Frantisek Kalab dalla Repubblica Ceca, gli italiani Caprili Davide, Matteazzi Tiziano, Scioli Filippo, Orfanelli Luigi e Di Cicco Toni.
La manifestazione vanta il patrocinio del Comune di Civitaluparella, del Comune di Fallo e della Provincia di Chieti, oltre che di Confartigianato. La kermesse avrà inizio alle 8 dell'8 luglio con il raduno degli artisti, la presentazione dell'evento da parte del presidente dell'associazione culturale Calliope, Rocco Ciarico, unito ai saluti delle autorità. Subito dopo saranno composte le coppie degli artisti, con avvio dei lavori.
Alle 15 verra' effettuata una visita tecnico sperimentale della fonderia Pontificia Storica Marinelli di Agnone. Il 9 luglio i lavori ricominceranno alle 9 e andranno avanti fino alle 18. Prevista l'esibizione del gruppo 'In Nomine Anxa' e dei 'Falconieri di San Giovanni Sir. Davide Manzi'. Alle 20.30 cena conviviale aperta ai cittadini e ai visitatori in Piazza Marconi con arrosticini e porchetta. Il 10 luglio si concluderà la rassegna: previsti la consegna e il posizionamento delle opere all'ingresso del paese e saranno consegnati gli attestati.
Una tre giorni di cultura e tradizione nel paese della Val di Sangro, dove l'arte del ferro battutto, che qualcuno potrebbe affermare a buon diritto ormai in via di estinzione, ritorna sul podio e fa da apripista per numerose tematiche e contaminazioni culturali e antropologiche.
Sono flebili le tracce che questa arte porta con sé, soprattutto in questa era digitale, dove la creazione, o meglio la realizzazione, di una scultura è preceduta quasi sempre da un unico gesto: la pressione di un tasto di una tastiera di un personal computer, in modo che la stampante 3D faccia il resto. Tempi nuovi, tecnologie nuove, dove il romanticismo del gesto umano ha lasciato spazio ai software e alle automazioni.
E se rimangono spettatori che ancora si emozionano davanti al fuoco delle fucine, o allo scintillare dei martelli che picchiano sopra il metallo incandescente, quasi a ricordare l'eterna battaglia tra uomo e materia, o ai mille colori arcobaleno sprigionati dal nobile metallo, le parole di Alessandro Rizzo non saranno sterili di significato: "Mi lascia ancora allibito il fascino, la forza, la magia del fuoco che rende possibile l'impossibile, rende noi tutti spettatori attenti di un momento in cui il ferro si concede e ci offre la sua anima intrinseca, la forma, momenti da cogliere al volo e destinati a sfidare il tempo. Così capisco come gente di ogni cultura possa innamorarsi e possa ritrovare un karma nel dialogo con il ferro, quasi un antico re che ci concede udienza e al quale ci presentiamo con rispetto e ammirazione. Grandi e piccini amano specchiarsi nel suo rosso che ci ammalia e ci rende migliori". 02 lug. '22
MASSIMILIANO BRUTTI
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