Jovanotti no, Jovanotti sì, Jovanotti forse… in Abruzzo dopo il no per il concerto a Vasto (Ch), Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti tiene ancora banco e fa azzuffare la politica. Sì perché l’idea di vederlo cantare e entusiasmare i fan non è morta. Anzi, c’è speranza per settembre di vederlo un po’ più a nord di Pescara, magari, secondo le ipotesi dell’ultim’ora, in quel di Montesilvano.
Ed è corsa contro il tempo in Comune, proprio nella città adriatica, per ospitare il tanto atteso "Jova Beach Party". La conferma arriva dal sindaco Ottavio De Martinis. "Stiamo facendo tutto il possibile, lavorando sotto traccia, con prudenza, per dare le migliori risposte a chi poi dovrà prendere una decisione. Ci sono poi i pareri importanti che sono quelli della Prefettura e Questura di Pescara, dei vigili del fuoco e di tutti coloro che sono preposti a prendere forma per una decisione". Ovvio che da parte del sindaco c’è apprensione e speranza per il gran colpo: "Stiamo facendo il massimo perché ciò possa avvenire", inoltre "per noi - spiega ancora il primo cittadino - sarebbe un grande colpo nella misura in cui Montesilvano sarebbe protagonista di una manifestazione che porterebbe oltre 40mila persone nella nostra città e sul territorio regionale".
Nelle ipotesi ora allo studio il "Jova Beach Party" dovrebbe svolgersi nel tratto di spiaggia compreso fra gli stabilimenti "Bagni Bruno" e "Sabbia d'Oro", a ridosso della Stella Maris.
Ma non si placano le polemiche per il no del concerto a Vasto, concerto che si sarebbe dovuto svolgere il 17 agosto. In Procura c'è un fascicolo dove sono confluiti gli atti del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica e si continuano a studiare le carte sulle questioni legate a Fosso Marino. Attualmente è al vaglio una dettagliata relazione dei carabinieri del comando provinciale di Chieti.
E il "caso" è finito anche in parlamento con le interrogazioni dei senatori Gianluca Castaldi, del M5S, e Luciano D'Alfonso, del Pd. "Non accada più nel futuro che appuntamenti di cultura giovanile internazionale vengano annullati con queste modalità", tuona D’Alfonso, che attacca la Prefettura. Chiamati in causa i ministri dell'Interno, delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e dell'Ambiente e della tutela del territorio e del Mare. D'Alfonso evidenzia che i prefetti "portano la forza semplificatrice dello Stato sul territorio", da qui la mancanza di chiarezza che sarebbe accaduta nella vicenda Jovanotti "per le relative competenze degli organi coinvolti, la correttezza istruttoria dell'intera vicenda" e perché "figure elettive sono state rese destinatarie di giudizi incontinenti" e perché, non singole persone, possono qualificare "come illegittimi atti posti in essere nell'ambito delle propria autonomia locale del Comune di Vasto".
L'ex presidente della Regione Abruzzo da Vasto ha lancia anche un appello "a tutti i parlamentari di questo territorio e dell'Abruzzo a fare fronte comune a favore di Vasto" per far sì che la città ospiti dopo lo stop al "Jova Beach Party" "un altro evento internazionale. Ora pensiamo al futuro. Vorrei che questa città, che si gioca con Sulmona la palma di città più bella d'Abruzzo, fosse anche una città relazionale" auspicando "che si prepari uno spazio indiscutibile per gli eventi. Questo accade se c'è convergenza di tutti". E' l’invito all’unità d’intenti per la città più a sud dell’Abruzzo.
Sul versante politico opposto, spostando la lente d’ingrandimento delle polemiche da Roma a L’Aquila, Sabrina Bocchino, consigliere regionale della Lega, non si è fatta sfuggire l’occasione di puntellare inefficienze e mancanze dell’organizzazione del concerto: "Ho avuto l'impressione che gli artefici di questa disfatta si siano resi conto troppo tardi delle difficoltà oggettive del sito individuato per l'evento, cioè Fosso Marino, sulla spiaggia della Marina di Vasto. Le istituzioni provinciali che hanno l'ultima parola sulla sicurezza di un pubblico spettacolo, in primis il Prefetto, andavano coinvolti preventivamente, come sta facendo oggi il Comune di Montesilvano che vorrebbe salvare la data abruzzese del “Jova beach party”. E non quando, con leggerezza e tanta incompetenza, si è costruito un percorso di carte e documenti autorizzatori privi di rispondenza alle reali esigenze di sicurezza".
Alessandro Di Matteo
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