A bordo di tre pullman la scorsa notte, in provincia di Teramo, sono arrivati 103 minorenni fuggiti dall’Ucraina, con 10 accompagnatrici. Un lungo viaggio che ha visto una tappa di qualche giorno in un centro profughi in Polonia.
Il gruppo di giovanissimi, dai tre ai 17 anni di età, è stato ospitato in un hotel di Giulianova (Te) dove personale Asl ha precedentemente allestito un ambulatorio e un locale ad hoc per vaccinazioni e tamponi.
Ad attendere i bambini - alcuni dei quali provenienti da un orfanotrofio - e le loro accompagnatrici, il personale della Protezione civile regionale, con il direttore Mauro Casinghini, e comunale, della Croce Rossa e una squadra della Asl composta da due medici, tre infermieri, un assistente sanitario e un farmacista. A dirigere le operazioni i dottori Paolo Calafiore e Dimitrios Kaliakoudas. Presente anche il vicesindaco di Giulianova, Lidia Albani. Il primo bus è arrivato all’1.50, il secondo alle 3 e il terzo alle 3.30. A tutti, adulti e minorenni, è stato fatto un tampone antigenico (che sarà ripetuto fra due giorni) e tutti sono risultati negativi.
Da stamattina dalle 9 un’equipe della Pediatria del Mazzini sta visitando tutti, bimbi e ragazzi, per accertare le loro condizioni cliniche. In generale sono in buono stato di salute, anche se provati dalle esperienze degli ultimi giorni.
Oggi la Asl sta effettuando la registrazione per il rilascio della Stp (straniero temporaneamente presente, cioè la tessera sanitaria provvisoria), ad ognuno dei profughi.
Da lunedì il Sisp farà una verifica dello stato vaccinale e avvierà l’iter per le vaccinazioni obbligatorie ed eventualmente per quelle Covid-19. Sempre da lunedì i pediatri si sono resi disponibili per stare nella struttura ricettiva per un’ora al giorno, a rotazione, per ogni necessità sanitaria dei piccoli. “Ringrazio i pediatri di libera scelta e tutto il nostro personale che si è reso disponibile per organizzare la macchina dell’accoglienza, in collaborazione con il Comune di Giulianova. E’ questo un esempio in cui la collaborazione fattiva fra più soggetti dà ottimi risultati”, commenta il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia, “Ci prenderemo cura dei giovani profughi appena arrivati, così come abbiamo fatto per quelli già presenti nel territorio di competenza della nostra Asl, non solo perché rientra nei nostri compiti istituzionali, ma anche perché riteniamo doveroso accogliere con calore un popolo martoriato dalla guerra. Tantopiù se si tratta di bambini”. 29 apr. 2022
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