Attacco dei lupi, strage di pecore in fattoria a Sant'Eusanio del Sangro. 'Ora passo le notti in auto a fare la sentinella'
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Una strage di ovini. Azzannati, massacrati e molti uccisi. Il risveglio di giovedì scorso per Nicola Giallonardo, 70 anni, è stato da incubo: “Alle sette mi sono recato nel capannone dove custodisco il gregge e mi è crollato il mondo addosso!”. Dodici pecore ed un agnello morti sgozzati. Altre ventiquattro sono rimaste ferite: “Di queste, tre o quattro non ce la faranno”. Troppo gravi le ferite alle gambe e al collo. Aveva un gregge di cinquantasei capi, decimato da un feroce attacco dei lupi.

“Adesso per me è finita. Il mio mondo era questo,… ora si chiude”, afferma, mentre inizia a commuoversi asciugandosi le lacrime. “Lo so, mi creda, lo so, ci sono problemi più grandi ma questa è stata sempre la mia vita”. Giallonardo, in contrada Cotti di Sant’Eusanio del Sangro, ha una fattoria: “Sono nato agricoltore con una breve parentesi in una società di ceramica della zona. Poi ho scelto questa vita. Avevo anche del bestiame ma poi ho scelto esclusivamente di allevare le pecore”. Ne ha avuto fino a 130 in una sola annata. Allevamento e macellazione con tutte le pratiche burocratiche da sbrigare con la Asl perché ogni pecora è “marchiata”, registrata. Ogni patologia o incidente va prontamente segnalato con intervento del veterinario.

Cos’è accaduto l’altra notte? “L’incredibile. Neanche i carabinieri forestali intervenuti da Pizzoferrato (Ch) ci hanno creduto, talmente è stata la furbizia”. Un branco di lupi, “saranno stati cinque o sei probabilmente” sono riusciti a entrate in una strettoia fra un pilastro dove attorno però è tutto blindato con cancelli e lamiere, è tutto recintato per quasi due metri di altezza. “L’abbiamo capito perché abbiamo ritrovati lì peli di lupo, proprio in quella strettoia”. Le zampe dei lupi hanno trovato appoggio nell’anello di congiunzione di due pezzi di cancello. Poi il salto all’interno e la lotta impari contro il gregge.

Quando ha aperto la porta della rimessa, per Giallonardo un colpo al cuore: “Pecore ammazzate, agnelli azzoppati, quelli morti erano pieni sangue. Non c'era più il mio gregge”. Talmente tanto lo smarrimento che “mi sono dovuto sedere, per mezz’ora... Il mondo si è fermato per lira che mi assaliva”. 

“Io qua sono venuto anche con trentanove di febbre, niente vacanze. Lavoro e famiglia. Sudore e sacrifici. Ma adesso non più. Adesso la mattanza…”, riferisce ad Abruzzolive.tv fra lo sconforto e la commozione.

Da giorni la rabbia adesso gli fa compagnia: “Da circa quindici anni questa attività è cambiata. Vede quel costone di terra? Ecco, io lasciavo uscire le pecore, brucavano l’erba dal mattino alla sera e poi rientravano. Era lo loro vita. Cos’altro dovrebbe fare una pecora? Ti tenevano anche pulito il terreno. Il pascolo è la loro vita. Da quando i lupi hanno cominciato ad invadere questo territorio, le pecore conoscono solo il recinto di questo capannone. E devi dar loro da mangiare mattina e sera. Aumentano le spese e il lavoro. Questo non è il territorio dei lupi, non è la loro terra!”.

Facciamo un giro fra pecore e agnelli: molti aninali sono sotto le cure veterinarie. Quelle sgozzate sono state sepolte. “Questa è stata azzannata alla gola e alle gambe”. È storpia quando si alza, barcolla. “Quella lì sono due giorni che non mangia, morirà. Quell’agnellino invece ha perso la mamma, non ce la farà”. Giallonardo fa un giro fra le sue pecore per capire come stanno. Prontamente intervenuta, la Asl tiene sotto cure e controllo le ventiquattro bestiole ferite che ora sono marchiate di rosso e blu per meglio individuare il problema e le cure alle quali sono sottoposte.

Sono due notti che Giallonardo dorme in auto davanti il capannone: “E sa una cosa? Ieri notte sono tornati. Quelli là…”. Sì proprio i lupi, ma sono stati a distanza. “E adesso, dopo il lavoro, si cena. E poi ci si rimette in macchina”. Per Giallonardo sarà la terza notte di sentinella. A proteggere il suo mondo, un gregge che, nonostante tutto, vuole difendere perché è ancora la sua vita. 12 ott. 2024

ALESSANDRO DI MATTEO

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