L’arresto il 14 giugno scorso, ora una dura condanna per aver selvaggiamente picchiato l’anziana madre di 87 anni.
L’accusa dice che la donna riceveva dal figlio insulti, minacce e poi botte, presa più volte pure a schiaffi e pugni sul capo e al volto, anche in presenza della figlia minore, dall’agosto 2018 allo scorso 3 maggio, poco prima di essere fermato per maltrattamenti in famiglia dai carabinieri di Atessa che in casa avevano piazzato delle cimici.
Ieri per Giovanni Di Risio, 46 anni, di Perano (Ch), è giunta la condanna col rito abbreviato e il gup Giovanni Nappi gli ha inflitto tre anni di reclusione. Il pm Francesco Carusi aveva chiesto 5 anni, fino alla riduzione a 3 anni e 10 mesi per il rito alternativo. Per lungo tempo l’anziana vittima ha subito gli affronti, anche maneschi, ma l’aveva sempre protetto non denunciando mai i soprusi subiti. Sopraffazioni che sarebbero avvenute anche quando era ubriaco. Per l’imputato, il difensore, l’avvocato Daniela Giancristofaro, ha chiesto l’assoluzione mancando anche i riscontri delle costanti reiterazioni di reato. Al processo accede un solo certificato medico, di 7 giorni di prognosi, che parla di un trauma cranico minore.
Il capo di imputazione formulato dalla Procura dà conto di come l’uomo mal sopportava la figura della madre. Ogni occasione e scusa era buona per mettere in atto contro la pensionata violenze fisiche, soprusi, umiliazioni, ingiurie e minacce, anche di morte. Per l’innato affetto, la donna non ha mai incolpato il figlio manesco e a quanti la vedevano piena di lividi, anche al braccio, la donna si giustificava dicendo di essere caduta dalle scale o di aver sbattuto.
Un anno fa l’uomo venne arrestato per possesso di un chilo e mezzo di droga, più il sequestro di 20 mila euro. E prima delle feste di settembre l'uomo ha subito un brutale pestaggio al supercarcere di Lanciano da tre compagni di cella, poi trasferiti. La Procura indaga per tentato omicidio con ipotesi estorsiva come movente. Di Risio ha riportato fratture al volto, naso e bocca subendo un delicato intervento di chirurgia maxillo facciale a Pescara, con prognosi di 40 giorni. Poi trasferimento al carcere di Larino.
Walter Berghella
@RIPRODUZIONE VIETATA