Rimane in carcere. La magistratura di Londra ha respinto la richiesta di remissione in libertà dell’inglese Michael Whitbread, 74 anni, agli arresti in Inghilterra dallo scorso primo novembre.
L’uomo è accusato di aver ucciso la compagna, Michele Faiers, 66 anni, trovata senza vita a Casoli (Ch), in una pozza di sangue, con nove coltellate alla schiena e al torace. La macabra scoperta, nell’abitazione di contrada Verratti, dove i due si erano trasferiti, è stata fatta dall’amica inglese Petrina, residente a Palombaro, che non la sentiva da tre giorni.
I giudici hanno poi fissato al 13 marzo un’ultima udienza, dinanzi alla Westminster Court, per decidere l’estradizione dell’indagato in Italia, come chiesto dal procuratore capo di Lanciano (Ch), Mirvana Di Serio.
Per l’occasione l'uomo sarà di nuovo sentito e sarà meglio analizzato il corposo dossier sulla vicenda. Inoltre il difensore d’ufficio in Italia, l’avvocato Massimiliano Sichetti, dovrà far pervenire alla Corte un parere legale su come è istruito il processo a Lanciano.
Nel frattempo il 5 febbraio il Ris di Roma ha iniziato l’analisi degli indumenti sequestrati nel casolare dove si è consumato il delitto, delle tracce del materiale biologico trovato sotto le unghie, sui vestiti della vittima e dei tamponi effettuati sul lavandino del bagno e sul pavimento. Questo potrà portare a ricavare il Dna. Quindi ci saranno accertamenti sull’arma del delitto, ossia un coltello da cucina in alluminio che è stato completamente lavato.
Dal mandato di arresto internazionale sono poi emersi ulteriori elementi. Il movente sarebbe la scoperta da parte della donna della relazione che il compagno aveva con un’altra donna inglese amica della Faiers. Lei lo voleva lasciare e tornare in Inghilterra e ciò l’ha confidato a Petrina a cui ha detto che Michael aveva comportamenti equivoci e non più idonei e che beveva molto. Quindi le prove testimoniali dei vicini di casa che l’hanno visto scappare di notte con l’auto, già preparata e pronta per fuggire e rientrare, di tutta fretta, nel suo Paese.
Una telecamera di fronte all'abitazione ha registrato che finché la donna era viva nessuno è mai entrato. Per la Procura solo lui può essere l’assassino. Accertamenti in corso anche su telefoni, tablet e pc. Perizia affidata all’informatico forense Cristian Franciosi. 10 feb. 2024
WALTER BERGHELLA
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