Vandali nuovamente in azione nell’area archeologica di Murata Bassa a San Vito Chietino. Questa volta gli ignoti teppisti hanno distrutto un tavolo di legno per picnic, rendendolo praticamente inservibile.
Altri scempi erano stati compiuti nella primavera dello scorso anno con l’asportazione di pietre e mattoncini dalla parte superiore degli antichi muri situati nell’importante insediamento romano-bizantino, che ormai da anni è in un totale stato di degrado e abbandono. In quel periodo l’Archeoclub di San Vito aveva segnalato la grave situazione alla Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo, al sindaco e alla polizia locale, ma nulla è stato fatto per mettere in sicurezza il sito, che resta incustodito e senza nessun tipo di controllo.
Il sito venne esplorato nel 1991, quando la Soprintendenza eseguì una prima serie di sondaggi portando alla luce un complesso di strutture antiche di interesse. Dopo tre anni un nuovo team di archeologi diede inizio a studi e ricerche. Nella zona archeologica riaffiorarono le vestigia di un’antica costruzione di epoca tardo repubblicana, con basamenti di colonne a sezione quadrata e circolare. Nell’area sorgeva in pratica un impianto tecnologico particolare, realizzato intorno al I secolo dopo Cristo in opera incerta e con ciottoli di fiume, rinvenuto per la prima volta in Abruzzo e in discreto stato di conservazione. La struttura era adibita a fornace, dove si producevano oggetti in terracotta e in particolare lucerne, delle quali sono state trovate ben tre matrici.
L’impianto scoperto restituì anche una gran quantità di materiale ceramico del tipo a vernice nera, databile in età tardo repubblicana. Dai vetusti ambienti affiorarono antiche monete in bronzo collocabili nel periodo tardo antico e aghi in osso del periodo bizantino. Emersero anche lucerne in terracotta del III-IV secolo dopo Cristo. Furono identificate ed esplorate sepolture di età molto tarda (VI secolo), con modesti corredi funerari. I ricercatori trovarono inoltre una zona con cisterne ben conservate risalenti sempre al VI secolo. Durante le operazioni di scavo vennero alla luce anche alcune pedine del I-II secolo utilizzate in epoca romana per giochi da tavolo. Venne alla luce anche un astràgalo in osso di animale, oggetto che veniva utilizzato nel cosiddetto gioco delle “cinque pietre”. Dopo un primo abbandono, avvenuto intorno al III secolo, l’area fu successivamente rioccupata intorno al VI secolo. 10 gen. 2023
VITO SBROCCHI
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